La Cina continua a fare appello al dialogo, non riconosce la validità delle sanzioni contro la Russia e incolpa gli USA. Secondo Pechino sono loro i responsabili di aver imposto più di un centinaio di sanzioni a Mosca dal 2011, che non sono risultati strumenti efficaci per risolvere i problemi.

La Cina, dunque, si oppone a qualsiasi “sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia”, come affermano le parole del portavoce del ministro degli esteri Wang Wenbin. “Qual è il risultato delle sanzioni? Credo che tutti lo conoscano”, continua Wang. “Le misure unitive e restrittive porteranno solo gravi difficoltà all’economia e al sostentamento delle persone”. Per questo motivo, Pechino “spera che le parti interessate ci riflettano seriamente. E cerchino di risolvere il problema attraverso il dialogo e le consultazioni”.

La Cina accusa gli Usa e la Nato

Pechino non sta condannando l’attacco del Cremlino, anzi. La colpa viene spostata completamente verso gli Stati Uniti, verso la Nato e verso tutti gli alleati, con l’accusa di star continuando volontariamente a perseguire ancora le stesse dinamiche della guerra fredda. In una telefonata tra il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov e quello cinese, Wang Yi, quest’ultimo parla così: “Abbiamo anche visto che la questione Ucraina ha latitudine e longitudine storiche complesse. E comprendiamo le legittime preoccupazioni della Russia sulla sicurezza”.

Nel briefing quotidiano di ieri, il portavoce del ministro degli esteri cinese ha riportato che la Cina “ritiene che l’integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi debba essere rispettata. E che la Carta dell’Onu debba essere sostenuta“. Wang Wenbin ha sollecitato, infine, l’Europa a spostarsi su una linea strategica diversa per trovare il modo di gestire la questione, non attraverso le sanzioni ma “un meccanismo di sicurezza equilibrato, efficace e sostenibile. Le sanzioni non sono mai state un modo efficace per risolvere i problemi”, ha ripetuto. “Speriamo che le parti interessate possano risolvere i problemi con il dialogo e i negoziati”.

Se la Cina non vuole incolpare Mosca, c’è comuque chi, dal web, ha detto la sua dopo i primi giorni di silenzio: Anonymous ha minacciato il Cremlino.

Seguici su Metropolitan Magazine