Il Città di Anagni Calcio non ci sta. Lo stop definitivo dei campionati dilettantistici ha causato delle decisioni a catena: le prime dei gironi sono state promosse in Serie C e le ultime sono state retrocesse nella serie inferiore. Tra le “bocciate” c’è anche il club laziale che, attraverso un comunicato stampa, ha espresso tutto il suo disappunto per la scelta della Lega Nazionale Dilettanti. Un’indignazione che ci ha confermato, ai nostri microfoni, anche Marco Galente, dg della squadra anagnina: ecco cosa ci ha detto.

Intervista al dg di Città di Anagni: “Mi sembra una dittatura…”

Tra incredulità e disappunto, il Città di Anagni ha bevuto dal calice amaro di una retrocessione discutibile. Almeno secondo il club laziale che è sul piede di guerra e minaccia un ricorso. Della posizione della società in merito alla decisione della LND ci ha parlato Marco Galante, direttore generale della squadra. Ecco la nostra intervista:

“La decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti ha lasciato stupore in noi, non ci aspettavamo che avrebbero retrocesso squadre che potevano giocarsi la permanenza in Serie D con otto giornate ancora da disputare. Potevamo disputare i playout. Questa decisione è veramente assurda: è afflittiva nei confronti della società che, oltre al danno economico, deve subire anche una retrocessione senza poter giocare la fine del torneo ed il playout che comunque sia è una partita unica aperta ad ogni risultato. Quando ho letto la notizia, pensavo fosse uno scherzo. Siamo increduli…”

Avete già pensato ad un possibile ricorso?

“Sì, sicuramente. Ci stiamo già muovendo: si è creata un’unione con altre 30/31 società al fine di confrontarci per intraprendere un atto comune. La situazione è indecente. La Lega non ci ha considerati per tre mesi, risultando assente: non si sono confrontati con le società. Sembra più una dittatura, non possono alzarsi la mattina e decidere dal nulla che sale e chi scende dalla Serie D. Noi ci difenderemo in tutte le sedi, sia sportive che amministrative. È inaccettabile che ci venga tolto un titolo sportivo. Ci sarà una doppia ricaduta per il Città di Anagni: sportiva e sociale. Fallirebbe un movimento con 400 bambini…”

Avete un messaggio per i tifosi?

“Siamo stati ripescati all’ultimo, abbiamo fatto fatica ed errori nella prima parte ma il trend da dicembre era cambiato e parlava molto chiaramente. Ai tifosi dico che non ci fermeremo finché non ci sarà restituito ciò che è nostro di diritto, cioè la Serie D. Faremo valere le nostre ragioni in ogni sede possibile ed immaginabile. Non ci piegheremo di fonte a dieci signori che si riuniscono e decidono le sorti senza considerare nessuno…”

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