Le storie di Coco Chanel e del cinema si intrecciano sin dagli albori. Solo una decina d’anni separano la nascita della madre della casa di moda francese e quella dell’invenzione dei fratelli Lumières. Chanel trova nel cinema un luogo per i suoi abiti, delle ambasciatrici delle sue creazioni, un mondo affine e uno spazio in cui essere pigmalione anticipando, come nella moda, grandi tendenze.

La rivoluzione nel movimento

“La vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento”

Coco Chanel

Il connubio che si stringe tra Coco e cinema ha a che fare con un aspetto radicato nell’identità di entrambi. Stilista e nuovo medium si fanno entrambi forti del movimento e della sua forza rivoluzionaria. I Fratelli Lumière compiono la loro rivoluzione mettendo in moto le immagini e proponendole al pubblico che rimane scioccato.

Chanel rivoluziona un’immagine stantia di donna. L’aspetto più sconvolgente dell’innovazione dei Lumière è infatti molto vicino all’ideale estetico di Chanel. La fashion designer vuole valorizzare la femminilità, liberando i corpi femminili dalla stasi a cui sono condannati attraverso creazioni che restituiscano loro il movimento, la linearità dinamica della silhouette.

Coco Chanel tra cinema hollywoodiano e francese

“È attraverso il cinema che la moda oggi può essere imposta”

Coco Chanel

È nel 1931 che il sodalizio tra Chanel e Hollywood si fa realtà. Grazie alla relazione della stilista con il Duca di Westminster, Samuel Goldwyn, produttore dell’MGM, le propone un contratto da costumista per le sue attrici. Coco si trova a vestire dive immortali come Gloria Swanson ( in “Tonight or never”), inserendo nel film anche un flacone di Chanel n°5 nell’arredamento.

Altre icone come Greta Garbo e Marlene Dietrich si mostrano in Chanel, segnando il successo della stilista, ma davanti ai capricci della diva Swanson, Coco decide di “dare un taglio” alla carriera hollywoodiana e torna in Francia. Anche qui infatti i cineasti subiscono il suo ascendente e comincia a collaborare con registi francesi.

Veste Michelle Morgan con l’impermeabile e il basco ne “Il porto delle nebbie” di Carné e disegna abiti innovativi per film alcuni film di Jean Renoir (“La Marsigliese”, “L’Angelo del male” e “La regola del gioco”), a cui presenterà un Visconti ancora da scoprire.

La Nouvelle Vague

“Stavo morendo di noia”

Coco Chanel

Nel pieno degli anni ’50, dopo una chiusura di 15 anni dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, Coco riapre la sua casa di moda. “Stavo morendo di noia“, dirà all’attrice Marlene Dietrich. Riprende a pieno ritmo l’attività e si lancia in un sodalizio con un’innovativa corrente cinematografica in cui si muovono registi giovani e talenti emergenti.

È durante la Nouvelle Vague che Coco affascina Jeanne Moreau per poi diventarne intima amica. Moreau sceglie Chanel per due film del 1958, “Gli Amanti” e “Ascensore per il patibolo”, e per “Le relazioni pericolose” del 1960. Tra le altre attrici che vestono Chanel negli anni della Nouvelle Vague si distinguono Anna Karina e Delphine Seyrig. In particolare quest’ultima vestirà i leggendari chiffon neri ne “L’anno scorso a Marienbad”.

Coco e il cinema, ancora oggi

“Chanel mi ha insegnato tutto senza mai darmi consigli. Chanel non è una stilista come le altre … È un’eleganza che piace alla mente ancor più che agli occhi.”

Romy Schneider

Così parlava l’attrice della collaborazione con la stilista in “Boccaccio ’70” di Luchino Visconti. Schneider è una delle altre donne come Elizabeth Taylor, Jane Fonda e Jackie Kennedy, che hanno vestito Chanel amplificandone la fama e il prestigio. Le relazioni tra la casa di moda Chanel e il cinema non sono, tuttavia, una cosa relegata nel passato. Penelope Cruz, sin dalla sua prima sfilata nel 1999, ha coltivato uno stretto rapporto con la casa francese. Ambasciatrice Chanel dal 2018, è stata accompagnata da abiti targati anche alla 78a edizione del Festival di Venezia.

La casa non intercetta solo attrici dal mondo del cinema. Roman e Sofia Coppola sono stati ad esempio ingaggiati per un cortometraggio con Margaret Qualley per la collezione Chanel Haute Couture 2021/2022. Lungi dall’essersi esaurito, il rapporto tra Chanel e cinema, inaugurato da Coco con la sua modernità e lungimiranza, continua a vivere nelle collaborazioni, nelle innovazioni e nelle invenzioni di una casa di moda che segue ancora la scia del genio di Coco.

Debora Troiani

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