Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!

Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia, sociologia, mitologia e narrativa nascoste tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.

In questo appuntamento parleremo del film Guardiani della Galassia 2 e indagheremo su come viene affrontato il significato di famiglia. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo parlato del simbolismo di Wonder Woman, abbiamo analizzato il declino di Wolverine in Logan e trattato della guerra civile degli Avengers. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…

Nerds, assemble!

Baby Groot nella scena iniziale di "Guardiani della Galassia 2" - Photo Credits: Gif Abyss
Baby Groot nella scena iniziale di “Guardiani della Galassia 2” – Photo Credits: Gif Abyss

Guardiani della Galassia 2, una famiglia cosmica

Qual è la tua eredità?” chiede la regina dei Sovereign a Peter (Chris Pratt). Nei primi minuti del film già inizia a delinearsi quello che sarà il tema centrale della pellicola: la famiglia. Perché cos’altro sono i figli se non l’eredità dei genitori? Un’eredità biologica, di memoria, ma soprattutto di insegnamenti di vita. Il tema viene affrontato in modi diversi e da punti di vista diversi, ogni personaggio esplora la propria esperienza e i propri rapporti personali. Tutto il film può essere letto come un elogio alla famiglia, non necessariamente quella di origine ma quella che si sceglie giorno dopo giorno. La famiglia e il valore che le diamo fanno parte della nostra eredità, costituita in parte da ciò che ci lasciano i nostri genitori, in bene e/o in male, e in parte da ciò che noi costruiamo con le persone che scegliamo.

Il rapporto tra padre e figlio: Peter, Yondu ed Ego

All’inizio Peter afferma di non sapere chi sia suo padre, e poco più tardi una fortunata coincidenza lo mette davanti a Ego (Kurt Russell), un potente Celestiale che è anche suo padre biologico. Ego, il cui nome è rappresentativo del personaggio, nasconde dietro l’interesse a riallacciare il rapporto con il figlio uno scopo personale. Vuole espandersi, e per farlo ha bisogno dell’energia che scorre nelle vene di Peter, unico dei suoi tanti figli che custodisce l’eredità celestiale. Indubbiamente ciò porterà ad un duro scontro tra i due, alimentato dalla scoperta da parte di Peter che fu proprio Ego a creare il tumore che fece morire la madre quando lui era bambino. Il legame che prova ancora con lei, simbolicamente trasposto sullo schermo con il suo attaccamento al walkman e alla musica anni ’80, lo salva dal diventare una “batteria vivente”.

È nella cornice di questo scontro che subentra Yondu (Michael Rooker), colui che lo ha rapito dalla Terra alla morte della madre e lo ha cresciuto. Veniamo a conoscenza del fatto che Yondu era stato incaricato da Ego di portargli Peter, ma l’alieno blu conoscendo lo scopo di Ego decise di tenerlo con sé. Tra i due c’è un rapporto di odio-amore, Yondu è una figura paterna per Peter, ma lui se ne renderà conto solo alla fine. Un padre adottivo che aveva ben poco da offrire ad un figlio trovato per caso, ma di quel poco gli ha dato ogni briciola. Yondu ha cresciuto Peter trasmettendogli (in un modo un po’ particolare e burbero) valori e principi. Pur essendo stato duro con lui per farlo adattare all’impietosa vita nello spazio, lo ha amato. Ed è questa l’unica eredità che conta.

Star-Lord e Yondu - Photo Credits: Fanpop
Star-Lord e Yondu – Photo Credits: Fanpop

Il rapporto tra sorelle: Gamora e Nebula

Gamora (Zoe Saldana) e Nebula (Karen Gillan), sorelle adottive e nemiche. Entrambi affermano di non provare nulla l’una per l’altra, addirittura di volersi uccidere, ma ogni volta nessuna delle due affonda il colpo fatale. L’astio che c’è tra loro è causato da una terza figura, quella paterna. Thanos ha distrutto i loro pianeti e sterminato il loro popolo per poi adottarle e crescerle come figlie sue, addestrandole senza sosta per farle diventare delle macchine da guerra. Se Gamora come meccanismo di difesa è diventata la guerriera imbattibile che Thanos è fiero di avere come figlia, Nebula ad ogni sconfitta ad opera della sorella è stata torturata e trasformata pezzo dopo pezzo in una sorta di cyborg. Non c’è da sorprendersi se la bambina diventata poi adolescente e adulta costretta a questo trattamento “per colpa” delle vittorie della sorella abbia del risentimento nei suoi confronti. Eppure, in fondo, sa bene che il vero colpevole è quel padre che pian piano inizia a smettere di adulare e contro cui brama vendetta.

Gamora e Nebula - Photo Credits: Fan Forum
Gamora e Nebula – Photo Credits: Fan Forum

La vera famiglia è quella che si sceglie giorno dopo giorno

Gamora trova semplice distaccarsi emotivamente dalle persone. È così che è sopravvissuta, ed è così che è riuscita a diventare ciò che l’avrebbe salvata dalle torture di Thanos. Se Nebula è guidata dalla rabbia, Gamora sembra imperturbabile e fredda perché ha paura a lasciarsi andare ai sentimenti. Eppure anche lei è alla ricerca disperata di una famiglia. E la trova nei Guardiani, la crea con i Guardiani. È per questo motivo che quando Ego vuole riavvicinarsi al figlio lei è dubbiosa e astiosa nei confronti del Celestiale. Non solo ha paura per Peter, ma per l’equilibrio della sua famiglia galattica. Ego è uno sconosciuto, una minaccia esterna, e da guerriera Gamora ha l’istinto di protezione nei confronti delle persone che ama e che ha scelto come la propria famiglia. Anche per questo motivo è riluttante ad ammettere e abbracciare i sentimenti che prova per Peter. Lui è la sua famiglia, teme di rovinare l’equilibrio che si è formato nel gruppo, ma allo stesso tempo non vuole sentirsi vulnerabile perché è stata cresciuta con la convinzione che l’amore equivalga a debolezza. Questo è un fanatismo che ritroviamo spesso nei villain. Amare vuol dire essere debole, meno legami si stringono e più si è forti ed intoccabili. Ed è qui che ogni volta i villain si sbagliano. L’amore può essere una debolezza, ma quando quell’amore è altrettanto corrisposto diventa una forza.

Famiglia è dove c’è amore corrisposto

Guardiani della Galassia 2 ci mette davanti a questo viaggio all’interno del nostro cuore, articolando il concetto di famiglia in rapporti personali, eredità e ambizione. L’ambizione di trovare un volto ad un titolo, di costruire qualcosa che è mancato in gioventù, di raccogliere un’eredità ammaliante ma superficiale contro una disfunzionale ma profonda. Il film ci insegna che la famiglia non deve avere una struttura socialmente riconosciuta per essere tale. Indipendentemente dai legami di sangue o di parentela, che a volte possono essere molto deludenti, la vera famiglia è unicamente dove c’è amore corrisposto. Il problema, come ci insegna Peter, è che troppo presi dalle etichette a volte non siamo in grado di riconoscerla.

A volte quello che cerchi per tutta la vita è sempre stato al tuo fianco, e tu non l’hai capito.

Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt) in “Guardiani della Galassia 2”
I Guardiani della Galassia - Photo Credits: Io nerd e la mia vita
I Guardiani della Galassia – Photo Credits: Io nerd e la mia vita

Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto venerdì prossimo con un nuovo appuntamento!

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Rubrica a cura di Eleonora Chionni