Il colore giallo ha avuto diversi significati nella storia dell’uomo e nell’arte. Scopriamo cosa ci raccontano i tre grandi artisti Klimt, Kandiskij e Matisse, che hanno spesso utilizzato la dominanza del colore giallo.
Il colore giallo
Il colore giallo da un lato è simbolo di energia e forza, dall’altro è anche il colore dell’oro, il metallo che guida da millenni la storia umana. Era impiegato già dagli egizi e dai babilonesi, e per gli egizi era associato alla divinità del Dio Sole-Oro. Questo è un colore che si accomuna alla positività. E’ un colore affine alla luce. Molti artisti hanno scelto il colore giallo come dominate della loro poetica.
Il colore giallo nella storia
La sostanza più usata fin dall’età più antica per ottenere il giallo era l’ocra, che ha molte varietà di colore a secondo delle diverse provenienze. Spesso veniva anche usata creta colorata con succo di zafferano o decotti di fiori gialli simili. I greci chiamavano Arsenikon un altro minerale, molto tossico, utilizzato sin dall’antichità per ottenere un colore simile a quello dell’oro.
Giallo, colore primario
Il giallo è un colore primario. Come noto fra i sette colori dello spettro solare tre sono primari: il rosso magenta, il giallo, e il blu. Ciascuno di essi è unico e non ottenibile come mescolanza di altri colori. I rimanenti colori dell’Iride si ottengono mescolando questi tre colori di base. Il giallo è quindi il colore del sole, del calore, della luce, della vita e vitalità, della energia. E’ poi anche il colore dell’oro, uno dei primi materiali amati dall’uomo dalla tempo più remoto. Scopriamolo nei lavori di tre grandi artisti.
Klimt e Il ritratto di Adele Block Bauer
Klimt ha utilizzato molto il giallo oro, anzi ha attraversato nella sua produzione la cosi detta fase dorata, forse la fase più famosa e popolare di tutta la sua produzione. L’oro è l’elemento a cui l’umanità ha sempre riconosciuto simbolicamente il potere. Per gli antichi Egizi era simbolo del potere del Faraone come figlio della divinità del Sole. Per l’arte Bizantina dei primi secoli del cristianesimo l’oro rappresentava la luce di Dio. Ancora oggi l’oro è uno status simbolo del potere. Klim nella sua fase “dorata” utilizza il giallo oro come intarsi egizi e mosaici bizantini. E l’oro, simbolo di quanto l’uomo considera più prezioso, in Klimt diventa simbolo anche dell’amore, il sentimento più prezioso per l’umanità. Ecco allora che gli sfondi dorati delle opere di Klimt più famose non sono solo la scenografia di una gioia di vivere ma anche il prezioso simbolo del più profondo dei sentimenti umani. Il ritratto di Adele Block Bauer è il dipinto che forse mostra lo sfondo dorato più esteso di tutta la produzione di Klimt. Il quadro è il ritratto della bella moglie dell’industriale Bloch. La donna è in piedi con indosso un ricco vestito dorato nelle cui decorazioni ricorre l’occhio egizio simbolo di Ra. Tale ritratto fu oggetto di requisizione nazista e, alla fine della guerra, anche oggetto di disputa tra Stato ed l’erede della famiglia. La vicenda è narrata nel film Women in Gold del 2015.
Vasilij Kandinskij e Impressione III Concerto
Per Kandinsky il colore è il modo per esprimere emozioni e pensieri. Nella sua opera “Lo spirituale nell’arte” l’artista descrive una psicologia dei colori. Infatti nelle sue teorie sull’uso dei colori, stabilì una stretta connessione tra l’opera d’arte e la dimensione spirituale, affermando che l’anima e l’arte si influenzano a vicenda. Inoltre sostiene l’affinità della pittura con la musica. Il colore produce un effetto sull’anima, assimilabile al suono. Il colore sarebbe come il tasto del pianoforte. Associa così il giallo alla dimensione spirituale. Nel suo scritto spiega come il giallo acuto e mai profondo, lo paragona ad un suono, lo percepisce molto simile ad uno squillo di tromba. Impressione III è un’opera di Vasilij Kandinskij del 1911.
Vasilij Kandinskij dipinse questa opera dopo aver assistito a un concerto in un parco francese. Al centro in nero vediamo rappresentato sul palco un pianoforte a coda. Sotto, in piedi, i numerosi spettatori ritratti con diversi colori. Il restante spazio giallo è occupato dai suoni immateriali di strumenti a fiato, probabilmente trombe secondo la sua teoria.
Matisse e la Gioia di vivere
Il giallo era uno dei colori preferiti dagli impressionisti, degli espressionisti Fauves e dai rappresentanti dell’arte astratta, che generalmente erano alla ricerca di colori vivi e contrastanti. Il giallo in Matisse è dominante per esempio nell’opera “La gioia di vivere” del 1906. Attraverso quei colori primari Matisse esprime il desiderio di grazia e di armonia nel mondo. Egli applica i colori facendo uso delle dissonanze e dei contrasti ma riuscendo a rappresentarli in modo armonico.