Coltivare la marijuana legale indoor: i consigli per cominciare

La coltivazione della cannabis indoor è senza dubbio un’ipotesi che merita di essere presa in considerazione da chi ha intenzione di fare uso di questa pianta a scopi terapeutici o a fini ricreativi. Le procedure da seguire non sono troppo complicate, e sono sufficienti pochi accorgimenti per riuscire a raggiungere l’obiettivo che ci si propone di conseguire. Prima di tutto, però, è necessario individuare una location appropriata, vale a dire lo spazio migliore in cui la coltivazione indoor possa essere allestita. Non è vero, a differenza di quello che molti pensano, che ci sia bisogno di superfici chissà quanto grandi per far crescere le piante di cannabis: perfino un garage o un armadio bastano, ma vanno bene anche una stanza vuota o una cantina.

Quali sono le lampade per piante adatte per la coltivazione indoor

A contare non è tanto l’estensione della superficie del locale, quanto altri aspetti: come noto, per esempio, la cannabis prevede dei requisiti di illuminazione molto rigidi e lampade per piante specifiche. Ci sono dei periodi di completa oscurità che devono essere rispettati: in questi momenti è essenziale che la luce non possa penetrare da fuori, o il rischio è quello che lo sviluppo della pianta venga disturbato. La luce potrebbe arrecare uno stress tale da mettere a repentaglio la salute, e quindi la resa, della pianta.

Alla ricerca dell’ambiente giusto

Insomma, è ovvio che uno spazio più ampio offre comunque dei benefici, come per esempio la possibilità di lavorare in maniera più comoda, ma non è un requisito da cui non si possa prescindere. Per altro, c’è sempre da tenere in considerazione il rovescio della medaglia, e cioè che uno spazio più grande presuppone dei costi più elevati, in quanto ha bisogno di una maggiore quantità di ventilazione e di illuminazione. In effetti le piante di cannabis non possono fare a meno di un flusso di aria costante. è grazie alla circolazione dell’aria se, in una grow room, i livelli di umidità e di temperatura possono essere mantenuti come necessario. In caso di mancata ventilazione, le piante potrebbero essere esposte al rischio di malattie o ammuffirsi.

Il sistema di ventilazione

L’illuminazione è importante, dunque, ma lo è altrettanto installare un sistema di ventilazione adeguato: le colture di cannabis hanno bisogno di aria fresca per l’intero periodo del loro ciclo di crescita. D’altro canto queste piante anche in natura sono di continuo a contatto con una lieve brezza, grazie a cui si possono proteggere dai ragnetti rossi, dai moscerini del terriccio, dal marciume delle cime e dalle muffe. Una circolazione di aria adeguata, poi, è utile ai fini di una gestione ottimale dei tassi di calore e di umidità della zona di coltivazione. In più la brezza consente ai fusti e ai rami delle piante di irrobustirsi e di diventare più resistenti: è una naturale reazione alla forza del vento.

Attenzione ai parassiti

La coltivazione indoor ha il vantaggio di proteggere le piante dalla pioggia e più in generale dalle precipitazioni, ma c’è da tener presente che le piante che non crescono all’aria aperta sono suscettibili a diversi parassiti, in assenza di un sistema di ventilazione adeguato. I ventilatori sono gli alleati più preziosi a cui si possa ricorrere a questo scopo: è sufficiente collocarli in posizioni strategiche per essere certi che le piante ricevano la brezza di cui hanno bisogno in tutte le loro parti alte. Inoltre quasi tutti i coltivatori decidono di servirsi anche di un sistema di estrazione che permetta di aspirare l’aria calda e stantia che è andata accumulandosi all’interno della stanza, in modo che l’aria più fresca possa trovare spazio: un modo per migliorare la gestione dell’umidità e del calore.

Quali accessori servono per la coltivazione indoor

In una coltura indoor dovrebbero trovare spazio numerosi accessori, in apparenza poco importanti ma in realtà indispensabili per ottenere i risultati desiderati. Un timer, per esempio, è necessario per automatizzare la gestione dei cicli di luce, mentre un dispositivo per la misurazione del pH consente di garantire alle piante il migliore degli ambienti possibili. Per l’applicazione dei pesticidi c’è bisogno di uno spruzzino, mentre i vasi dovranno essere scelti con attenzione – per ciò che riguarda le dimensioni – a seconda di quanto si desidera far crescere le piante. La misurazione della temperatura del locale deve essere effettuata con un termometro, e quella dell’umidità richiede il ricorso a un igrometro. Ma la lista della spesa non è ancora terminata, perché bisogna comprare anche dei secchi, delle cesoie per la potatura, i fertilizzanti per la concimazione e il terriccio.

Come coltivare la cannabis

La cannabis si caratterizza per due differenti fasi di crescita. Le piante sviluppano i diversi siti in cui poi si formeranno le infiorescenze nel corso della fase vegetativa, che si contraddistingue per una crescita vigorosa. La fase di fioritura, invece, avviene dopo circa un mese: in questo periodo si sviluppano le cime. Le piante si possono raccogliere dopo circa un mese e mezzo (ma a seconda della varietà può essere necessario aspettare fino a tre mesi). Per capire se è arrivato il momento giusto è sufficiente verificare che le cime non producano più peletti bianchi. Quando si può procedere, le infiorescenze hanno dimensioni rilevanti e il profumo che proviene dalla pianta è decisamente pungente. Le cime arrivano al culmine della maturazione, e nel frattempo i pistilli bianchi ostentano una colorazione che oscilla tra l’arancione e il rossastro, cominciando ad arricciarsi su sé stessi.

Dopo la raccolta

Dopo che le infiorescenze sono state raccolte, è necessario passare alla fase di pulizia prima che esse vengano poste ad essiccare. Tale processo può avere una durata di un paio di settimane, nel corso delle quali le cime vanno tenute a testa in giù. Alla fine, andranno tenute in un barattolo di vetro a chiusura ermetica. Per beneficiare di un effetto più rilassante, e quindi ritrovarsi con cime che presentano un livello di THC più elevato, non bisogna fare altro che rimandare di alcuni giorni la raccolta, fino a quando almeno la metà dei pistilli è di colore scuro.