Nonostante sia ormai in vigore da quasi 20 anni, il 5 per mille rappresenta ancora una misura fiscale ancora non completamente conosciuta dai cittadini italiani che, di conseguenza, al momento della dichiarazione dei redditi, non esercitano il proprio diritto a metterla in pratica e utilizzarla.

In questo articolo forniremo una breve guida sul 5 per mille: come funziona, quali sono i beneficiari e perché rappresenta una risorsa importante e un diritto estremamente prezioso.

Che cos’è il 5 per mille

Il 5 per mille, misura introdotta con la finanziaria relativa all’anno 2006, altro non è che la quota pari allo 0,5% dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) che ogni contribuente italiano può scegliere di destinare ad enti no profit o al proprio Comune di residenza.

Calcolare questa somma è estremamente semplice: basta prendere l’imposta netta IRPEF, moltiplicare per 5 e dividere il risultato per 1000. In questo modo si ottiene il contributo esatto che è possibile donare a progetti e attività benefiche.

Chi può donare il 5 per mille?

Ogni cittadino italiano, una volta l’anno, può scegliere liberamente, senza alcun obbligo e senza alcun costo, di donare il proprio 5 per mille. Lo possono fare i contribuenti, tramite compilazione del 730 o del Modello Unico nella dichiarazione dei redditi e lo possono fare anche tutte le persone non tenute a fare la dichiarazione, attraverso la scheda aggiuntiva presente nella Certificazione Unica.

A chi si può destinare il 5 per mille

Ogni anno viene stilato un dettagliato elenco dei beneficiari del 5 per mille dall’Agenzia delle Entrate, secondo varie condizioni di approvazione. Questa lista rappresenta uno strumento importante per cittadini e contribuenti, che possono analizzare gli enti presenti e scegliere a chi destinare la propria quota IRPEF basandosi sulle azioni intraprese più vicine ai propri valori e ideali.

L’elenco comprende alcune categorie specifiche, tra cui enti del terzo settore iscritti al RUNTS (incluse le cooperative sociali, ma escluse le Imprese sociali di natura societaria); enti di ricerca scientifica, sanitaria e universitaria; associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI; enti che realizzano attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici ed enti gestori aree protette. Sono presenti tra i possibili beneficiari anche i Comuni, a patto che utilizzino le somme ricevute dal 5 per mille per finanziare attività sociali.

In quale modo destinare il 5 per mille

Per quanto riguarda i contribuenti, il 5 per mille può essere “attivato” durante la dichiarazione dei redditi annuale: è necessario, al momento della compilazione del 730 o del Modello Unico, firmare in uno degli appositi riquadri che figurano, inserendo anche il Codice Fiscale dell’ente a cui si sceglie di destinare la somma.

Per i cittadini che non fanno la dichiarazione dei redditi, la procedura è altrettanto semplice: basta presentare l’apposita scheda allegata al CU in busta chiusa, con l’indicazione “Scheda per le scelte della destinazione del 5 per mille dell’IRPEF”, il codice fiscale, il cognome e il nome del contribuente. Molto importante ricordarsi che è consentita una sola scelta di destinazione e che se non si inserisce il Codice Fiscale dell’Ente la somma verrà distribuita equamente tra tutti i beneficiari che ne hanno diritto. Se invece non si compila nessun riquadro, la quota IRPEF rimane allo Stato.

Perché destinare il 5 per mille

Destinare il 5 per mille a un ente no profit è un diritto di ogni cittadino e consente di compiere un’azione preziosa ed estremamente importante: questi contributi rappresentano infatti una risorsa essenziale che associazioni e organizzazioni benefiche utilizzano per finanziare progetti e attività in tutto il mondo, con lo scopo di fare del bene a chi ne ha più bisogno, aiutare il pianeta e garantire all’umanità un futuro più sereno e felice.