La Comunità di San Patrignano si scaglia contro il “racconto sommario e parziale” della docu-serie di Netflix “Sanpa: luci e tenebre di San Patrignano“. Stando a quanto riportato dal comunicato stampa, condiviso prima sul sito ufficiale e poi sulla piattaforma Twitter, la Comunità non appoggia le testimonianze presenti nelle cinque puntate.
San Patrignano accusa il regista della docu-serie di aver incentrato la narrazione sulle parole dei detrattori, portando così il pubblico ad avere una visione poco fedele di quanto realmente accaduto all’interno della Comunità. Le parole del comunicato stampa rivendicano un’ immagine meno demoniaca della realtà guidata dal carismatico Vincenzo Muccioli.
Le parole della Comunità
“La comunità San Patrignano si dissocia completamente dalla docu-serie messa in onda da Netflix. Il racconto che emerge è sommario e parziale, con una narrazione che si focalizza in prevalenza sulle testimonianze di detrattori, per di più, qualcuno con trascorsi di tipo giudiziario in cause civili e penali conclusesi con sentenze favorevoli alla Comunità stessa, senza che venga evidenziata allo spettatore in modo chiaro la natura di codeste fonti.”
Proseguendo con la lettura del comunicato stampa, si viene a conoscenza di come San Patrignano si sia sempre reso disponibile nei confronti del regista di “Sanpa“. Stando alle parole riportate, la Comunità aveva ospitato la troupe di Netflix per diversi giorni e gli aveva fornito un elenco con i nomi di persone che vivono tutt’oggi all’interno di questa realtà e che avrebbero avuto piacere a dare la loro versione dei fatti.
” […] Tale elenco è stato totalmente disatteso, ad eccezione del nostro responsabile terapeutico Antonio Boschini, preferendo lasciare spazio ad un resoconto unilaterale che paia voler soddisfare la forzata dimostrazione di tesi preconcette.” A preoccupare ora la Comunità di San Patrignano sono le ripercussioni negative che la docu-serie potrebbe avere sulle famiglie e sui singoli realmente bisognosi del suo lavoro.
“[…] Le spettacolarizzazioni, drammatizzazioni e semplificazioni presenti in un prodotto chiaramente costruito per scopi di intrattenimento commerciale, più che di seria ricostruzione documentaria che rispetti i canoni di oggettività per essere chiamata tale, potrebbero altresì colpire le purtroppo numerosissime persone e le loro famiglie che affrontano il grave problema della tossicodipendenza, oggi ancora emergenza nazionale.”
Marta Millauro
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