Il Cosmotronic tour sembra un’impresa interstellare, e con Cosmo– Marco Jacopo Bianchi-  non ci andiamo poi così lontano. All’Atlantico di Roma, il 5 e 6 aprile, Cosmo ci ha fatto saltare in una realtà astratta: quando un concerto diventa un’esperienza.

Coriandoli e luci, sudore e allegria: quello di Cosmo, più che un concerto, è stata una festa, una ballata a piedi leggeri, una corsa senza fatica.

Sold out da un bel po’, Cosmo sembra aver aperto una nuova frontiera nel panorama musicale contemporaneo. Perchè se per sentire un po’ di musica elettronica prima toccava chiudersi in qualche sala di qualche locale mondano fino alle 04.00 di notte, sudati e andati, ora con Cosmo possiamo farlo anche durante un concerto di quel che banalmente si crede solamente Indie italiano.

Un’impresa sottile e geniale: legare le parole alla musica elettronica con metrica e ritmo. Una fusione avanguardista, difficile e ricercata, che fa di Cosmo sicuramente un artista fuori dalle righe. E proprio nel salto cosmico tra quelle righe, all’Atlantico,  Marco Bianchi ha dimostrato quanto questa nuova astronave possa farci viaggiare.

Nulla togliere a chitarra e voce, all’acustico, al cantautorato tradizionale, ma Cosmo non è soltanto un cantante, è anche un Dj, non è soltanto un dj ma è anche un produttore. E se a questo ci aggiungi i bei versi, i giochi di luce, la folle ricerca di contatto con il pubblico: e quindi il dialogo, e quindi spingerci al silenzio, all’ascolto, alle mani sui culi, ai salti emotivi tra il vecchio e il nuovo album (e quindi tra la moderazione e la trasgressione) non puoi che uscirne ““Confuso, spaccato, fatto, sfatto”.

Accolto da un dj set iniziale, Cosmo ha sciolto i brani più famosi, come Le voci- Sei tu la mia città- Dicembre- Cose più rare, al ritmo più duro del nuovo album proponendo quasi tutte le canzoni: poche parole e tanto sound. Ci sono stati momenti in cui confondevi il concerto con un Festival (forse Ivreatronic?) e un momento dopo ritrovavi Cosmo lanciato tra la folla come un bimbo su nuvole di popcorn.

E se poi il concerto è finito con “L’ultima festa” , in realtà la festa è continuata con un Dj set senza freni. Impegnativo andare a un concerto di Cosmo se il giorno dopo ti toccava la sveglia presto. Un viaggio notturno tra tunnel di synt e occhi chiusi. Una stanchezza meravigliosa.

La sua elettronica è elettricità, è energia, è chimica. Un uomo vestito stravagante, sudato e leggero, che quasi fermo nella concentrazione ci fa muovere tutti. Ma proprio tutti. E poi salta con noi, parla con noi, sta in silenzio insieme a noi.

Per una notte non è necessario immaginare, basta sentire.

Forse proprio perchè “tutto ciò che riusciamo a sentire è più importante”.

Rossella Papa