
Nuove manifestazioni di protesta si stanno svolgendo in diverse città della Birmania all’indomani della giornata di repressione più sanguinosa dal colpo di stato del 1 febbraio, con almeno 90 morti, tra cui diversi bambini.
Unanime la condanna della comunità internazionale che ha chiesto alla giunta militare di fermare il bagno di sangue.
Sventolando le bandiere birmane, centinaia di persone sono scese per le strade di Bago, a nord-est di Rangoon, e nella piccola città di Moe Kaung nello stato di Kachin. Oggi in tutto il Paese sono in programma molti funerali delle vittime di ieri.
Sale il bilancio delle vittime secondo la Cnn, che cita un sito indipendente locale. Sarebbero stati uccisi anche una ragazza di 13 anni e un giovane calciatore di una squadra under 21. Il segretario di Stato americano: “Sconvolti dal bagno di sangue”. Nella capitale Naypyidaw i militari hanno celebrato la Giornata delle Forze Armate con una parata, mentre il leader della giunta sostiene che i soldati stiano difendendo il popolo e la democrazia.
Ci sarebbero anche tre bambini (di 5, 10 e 13 anni) fra le decine di persone uccise nelle proteste di oggi in Myanmar contro il golpe del 1° febbraio. Lo riporta il giornale locale Irrawaddy. Tra i morti anche Chit Bo Nyein, capitano della squadra di calcio Under 21 Hantharwady United. Secondo quanto è stato riferito dai suoi vicini alla Dpa, è rimasto ucciso da un colpo sparato dai militari mentre stava aiutando nel negozio dei familiari a Insein, un sobborgo di Yangon. Mentre l’esercito celebra la Giornata delle forze armate con una parata nella capitale, migliaia di persone sfidano la repressione della giunta in uno dei giorni più sanguinosi dall’inizio delle proteste. In un video, catturato da una telecamera di sicurezza, si vedono soldati che sparano senza aver subito provocazioni contro una motocicletta in un luogo dove non ci sono proteste: i militari hanno poi catturato un ferito, mentre altre due persone sono scappate. In un altro video, si vede un uomo piangere mentre con il figlio morto tra le braccia cerca di far entrare il cadavere nella sua automobile. La durissima mano dell’esercito era stata preannunciata ieri sera dalla televisione di Stato, che aveva messo in guardia i manifestanti dalla possibilità di essere colpiti “alla testa e alla schiena”.
Il generale Min Aung Hlaing ha ribadito oggi la promessa di elezioni, ma senza indicare alcuna data, mostrando la massima determinazione a prevenire qualsiasi interruzione della celebrazione, che commemora l’inizio della resistenza all’occupazione giapponese nel 1945. A guidarla era stato il padre di Aung San Suu Kyi, tuttora agli arresti in una località segreta. Media locali: solo oggi oltre 100 morti E’ salito a oltre 100 morti il bilancio della repressione violenta odierna. Manifestanti sono scesi in piazza a Yangon, Lashio, Mandalay, Kyaukpadaung e Kyeikhto. Le vittime totali della repressione seguita alla protesta potrebbero essere oltre 420. Condanna da Ue e Gb: “L’uccisione di civili disarmati atto indifendibile” Le ambasciate dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno condannato l’uccisione di”civili disarmati” in Birmania, in concomitanza con la Giornata delle forze armate della giunta.
“Questa 76/a giornata delle forze armate del Myanmar rimarrà impressa come una giornata di terrore e disonore. L’uccisione di civili disarmati, compresi i bambini, è un atto indifendibile”,scrive sui social l’ambasciata Ue a Rangoon. L’ex potenza coloniale britannica ha anche affermato che le Forze di Sicurezza “si sono disonorate sparando a civili disarmati”. L’Onu “scioccata”, denuncia “decine di morti” L’Onu ha denunciato “decine di morti”, fra cui anche bambini, durante la dura repressione di oggi. L’organizzazione si dice “scioccata”.
“Riceviamo resoconti che parlano di decine di morti, fra cui anche bambini, e centinaia di feriti in 44 località, oltre ad arresti di massa. Questa violenza aggrava l’illegittimità del colpo di Stato e la colpevolezza dei suoi dirigenti”, ha indicato l’Alto commissario Onu per i diritti umani su Twitter.