L’ex ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi cavalca la polemica sollevata negli ultimi giorni da Federico Mollicone, responsabile per la cultura di Fratelli d’Italia, con oggetto un episodio del celeberrimo cartone animato inglese Peppa Pig. Nella puntata della serie titolata “Famiglia” – intesa dai creatori come sensibilizzazione sulla tematica -, aveva denunciato Mollicone (candidato alla camera da FdI nel collegio plurinominale Lazio 1-01), sarebbe presente una famiglia composta da “due mamme e una figlia”. La denuncia – che ha innescato una valanga di polemiche provenienti da quasi ogni partito politico – è stata riproposta anche da Carlo Giovanardi e dalla presidente del Forum Famiglie Luisa Santolini, che hanno presentato un esposto formale al Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori del Ministero dello Sviluppo Economico. L’obiettivo è impedire di mandare in onda la puntata, o sanzionare la Rai in caso contrario.
Continuando a scavare, oltre Giovanardi: il punto più basso della campagna elettorale è Peppa Pig? Il benaltrismo della destra ha due pesi e due misure
Carlo Giovanardi è forse uno dei più polemici personaggi che la politica italiana ha da offrirci. Le sue ultime dichiarazioni risultano quasi parodiche, e farebbero anche sorridere. Ma poi ci si ricorda che Giovanardi, al contrario di Peppa Pig, esiste veramente. “Non possono esistere né in natura né legalmente due mamme”, ha dichiarato l’ex ministro, continuando con affermazioni sulla stessa linea, paragonando il bacio tra due persone omosessuali all’atto di urinare: “se lo fa in bagno va bene, ma se lo si fa davanti a tutti, per strada, può dare fastidio”. Non un Giovanardi insolito quello che si mostra da queste dichiarazioni. Va però ricordato il contesto elettorale di questo periodo, che Giovanardi (e prima di lui Mollicone) cerca di cavalcare, adoperando i soliti cavalli di battaglia contro “l’ideologia gender“. L’ex ministro afferma che “un cartone animato non può cambiare le leggi” e propone misure sanzionatorie contro l’episodio titolato “Famiglia”.
Ma se Giovanardi è una “vox clamantis in deserto”, Federico Mollicone, che ha sollevato la polemica, ha con sé un partito, Fratelli d’Italia, pronto a cavalcare l’espediente. “Ancora una volta il politicamente corretto ha colpito e a farne le spese sono i nostri figli“, ha dichiarato. “Chiediamo alla Rai, che acquista i diritti sulle serie con il canone pagato da tutti gli italiani, di non trasmettere l’episodio”. Polemiche che ricadono sul peso economico degli italiani “indottrinati” da un programma per bambini. Oltre a essere una polemica precoce (la Rai non detiene infatti i diritti di quello specifico episodio, che dovrà ancora essere trasmesso dalla sua rete proprietaria), è una polemica strumentale. Più ci si avvicina al 25 settembre, più il campo di battaglia culturale dei partiti si fa assurdo. E’ il manuale del benaltrismo della destra, quello per cui “c’è ben altro di cui preoccuparsi!”, soprattutto in materia di diritti.
I cartoni e i presepi: così la destra affossa la serietà del dibattito su argomenti sensibili banalizzando e mistificando
Ogni Natale, più sicuro della stessa festività, un’altra cosa arriva praticamente scontata: la polemica sul presepe. E la macchina propagandistica delle destre macina miti e pseudonotizie come una trebbiatrice impazzita: “la sinistra boicotta il presepe per non offendere gli studenti islamici!”, “il crocifisso offende? Tornatene al tuo paese!”; titoli inventati questi, ma che sono lo specchio del livello infimo di dibattito, arroccato su simboli, più che su ideologie. Paradossale poi che quando si parli di diritti civili, come per la legge contro l’omolesbobitransfobia la stessa macchina propagandistica denunci come “poco prioritarie” le discussioni, all’interno dell’agenda legislativa. Sminuire l’offerta riformistica e dipingerla con toni paradossalmente esasperati ed estremi, così da radicalizzare l’opinione pubblica, è la tattica di questa classe politica: “shock and awe”, colpisci e terrorizza. Solo che il terrore è infondato, e i colpi, adesso, riguardano – assurdo – i cartoni animati.
Alberto Alessi
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