Visto il proseguire del calendario sulle riaperture, in Italia continua il dibattito sul coprifuoco. La volontà è quella di spostarlo alle 23 o, addirittura, alle 24? Giusto o sbagliato iniziare a far finta che sia tutto passato?
Il punto sul coprifuoco
Se n’è discusso tanto ed è incessante il dibattito aperto dietro la proposta di far cadere il coprifuoco alle 23 o addirittura alle 24 già dalla prossima settimana. La soglia delle 22 rappresenta, soprattutto per la Lega di Matteo Salvini un limite incoerente. Una soglia che si scontra con le riaperture dei ristoratori e che danneggia ancor di più la nostra economia. Uno dei pensieri è anche quello di veder ripartire la stagione turistica; così come ha fatto l’Inghilterra che ieri ha abolito la quarantena per 14 paesi europei (Italia esclusa). Un coprifuoco più flessibile porterebbe infatti a vedere un turismo più aggressivo, oggi già proiettato verso la Grecia o altri paesi più “Covid free”.
Il coprifuoco negli altri paese europei
Come sappiamo, ad imporre un coprifuoco ancor più stringente tra gli stati membri dell’Unione Europea è la Francia che impone ai suoi cittadini il limite delle 19. Germania e Austria spostano invece le lancette di rientro nelle proprie abitazioni rispettivamente alle 20 e alle 21. Mentre Belgio e Olanda sono allineate col coprifuoco Italiano. Ma c’è anche chi, vedi Spagna o Svizzera, ha già reso più flessibile l’orario della movida, impostandolo alle 23. Ma il vero traguardo è quello raggiunto dall’Inghilterra. Si perché, grazie ad una campagna vaccinale molto aggressiva (che vede già tutta la popolazione inglese immunizzata dalla prima dose), il governo ha deciso di abolire definitivamente ogni sorta di coprifuoco.
Le reazioni dell’opinione pubblica al coprifuoco italiano
E mentre il Governo decide dal 15 maggio di abolire la quarantena per i cittadini dell’UE, britannici ed israeliani, ecco che la road map per le riaperture continua senza sosta. Ma l’opinione pubblica ha idee contrastanti riguardo l’idea di un coprifuoco più tardo in anticipo. L’ago della bilancia lo fanno (come ormai siamo abituati a vedere) proprio i due virologi più discussi d’Italia. Il professor Galli ribadisce con forza quanto “le limitazioni degli orari siano una scelta obbligata”. Diversa invece l’opinione di Bassetti, il quale spiega: “Se le persone sono in giro per tre ore la sera invece che per quattro, si ha solo l’effetto contrario a quello voluto, perché fanno la stessa cosa per un’ora in meno”.
Dalle Regioni al bene comune
Anche le Regioni gridano forte la volontà di vedere il coprifuoco oltre le 22. Mentre Di Maio chiederebbe addirittura il superamento dello stesso, in via definitiva. Intanto l’indice RT resta più o meno stabile. Aumentando di qualche punto a livello nazionale, ma senza imprimere spavento in chi auspica ad un’estate totalmente libera da ogni vincolo. Il problema però è evidente e spesso nascosto sotto le macerie di priorità economiche. Nel Lazio sembrano avanzare 200.000 dosi di AstraZeneca. Tanto che si starebbe pensando ad un Open Day vaccinale, per attirare ogni fascia d’età che sia disponibile all’inoculazione. L’Italia è a rilento rispetto agli altri paesi europei sulla campagna vaccinale. Una popolazione ben immunizzata potrebbe anche pensare a delle riaperture (orarie) più flessibili (vedi Inghilterra come detto sopra – ndr). Ma se ciò non accade come si pensa di mandare fiumi di persone a contatto tra loro senza nessuno scudo?
Emanuele Battaglia