Accadde oggi, 5 Dicembre 1925: prima proiezione del film, forse molto citato ma poco visto: “La corazzata Potemkin”, cult del cinema d’annata. Tu quanto ne sai?

Oggi, nel 1925, fu proiettata una pellicola considerabile dalla critica nella ristretta categoria dei capolavori assoluti della storia della cinematografia mondiale. Il film, celebre per quanto non così recente, è La Corazzata Potëmkin del regista sovietico Sergej Ejzenštein.

Il film “La Corazzata Potemkin” è un racconto parzialmente inventato dell’ammutinamento dei marinai dell’incrociatore corazzato Kniaz Potemkin Tavricevskil, scoppiato a Odessa il 27 giugno, uno degli episodi che si svolsero in Russia durante i movimenti rivoluzionari del 1905. Da qui alla celebre battuta di Paolo Villaggio “92 Minuti di applausi” c’è un filo teorico che lega cultura, storia, potere e ironia.

Ma cos’è la Corazzata Potemkin?

La Corazzata Potëmkin-Tavričeskij fu l’unica nave da battaglia della classe pluri-calibro Potëmkin, concepita per le attività militari della Marina militare dell’impero russo nel Mar Nero.

La scena più conosciuta del film è la strage, ad opera dei soldati, della popolazione che solidarizzava con i marinai del Potëmkin sulla scalinata.

La Corazzata Potemkin, una scena del film originale

La Corazzata Potemkin nel film di Fantozzi: 92 minuti di applausi

Ne “Il secondo tragico Fantozzi” di Luciano Salce del 1976, il protagonista, interpretato dal Paolo Villaggio, cita proprio questa pellicola. Probabilmente l’ilarità di questo film è più celebre della pellicola che cita. Nel tipico registro ilare, satirico e scanzonato dei film con Paolo Villaggio, la reazione alla visione della Corazzata Potemkin non può che far riflettere tra una risata e l’altra. Fantozzi (aka Paolo Villaggio, ndr) accende la miccia infatti, all’interno di un cineforum, l’unica vera Rivoluzione attuabile e possibile in Italia. Non ha nulla a che vedere con la Politica (e forse è proprio questo il messaggio più politico del film), ma è semplicemente quella degli Italiani arrabbiati, perchè privati del calcio!

Durante la forzata visione (per politiche aziendali) del film, l’intero corpo del personale grida con un ululo da curva calcistica (e da lì vediamo il celebre: 92 minuti di applausi) pronunciando la frase:

« Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca! »

“Il Tragico Fantozzi”
Dal celebre film con Paolo Villaggio

Questa citazione ha portato il film a subire il peso di una fama indegna. Ormai, forse anche per via del linguaggio desueto (visuale e verbale) della pellicola, è vista come l’emblema del “noioso” e del cosiddetto “film pesante”. A tal proposito vorrei invece citare una riflessione di “Wu Ming” collettivo politico-culturale, che invece ne ribalta la prospettiva:

“Solo vedendo La corazzata Potëmkin si capisce che ne Il secondo tragico Fantozzi il bersaglio della risata e della critica non erano – come molti credono – le cose «pesanti» e «difficili», non erano gli «intellettuali», ma il potere – rappresentato dalla Megaditta che tutto controlla – che ingloba e svuota la cultura, anche la cultura della rivolta.”

Wu Ming

Si tratterebbe quindi, di una visione che ha ingiustamente subito il peso di essere considerata “incomprensibile” e “pesante” quando lo stesso intento del film con Paolo Villaggio forse avrebbe potuto voler lasciare un messaggio diverso.

La critica fantozziana è molto oltre la “cagata pazzesca”

La Corazzata Potemkin non è l’oggetto della messinscena sul quale dovremmo quindi porre in essere la nostra attenzione! Forse, se volessimo pedissequamente seguire il filo conduttore di questo splendido film di satira, il focus critico sta nelle dinamiche aziendali, nell’alienazione della ditta. Guardiamo la luna e non il dito: non è tanto il film, che sia o non sia “una cagata pazzesca!” a venir messo alla berlina. Esso è uno strumento per raccontarci la vera tematica di critica sociale di Paolo Villaggio: quell’azienda che vuole farsi istituzione totale. Quell’azienda che vuole controllare il tuo tempo di lavoro e il tuo tempo libero, che vuole costringerti ad una socialità che ti è aliena. Il tutto nel nome di uno “spirito aziendale” che però non si tramuta in veri provvedimenti a favore del lavoratore quanto invece di mosse vuote, parvenziali, superficiali.

La critica fantozziana è molto più che un (seppur molto divertente!) guizzo di ilarità, e non è assolutamente una ridicolizzazione della cultura. Essa è una metafora che esprime il gioco di un rapporto produttivo. La critica quindi si pone nel rapporto di un datore di lavoro che, non contento di avere voce in capitolo sul tuo tempo in azienda, vuole prendersi anche il tuo tempo libero.

La “cagata pazzesca” non è quindi tanto il film, quanto il lavoro in tali termini. Questo, quindi, è probabilmente il motivo per cui dovresti dare una possibilità alla pellicola, per scoprirne la sua immensa forza.

Articolo di Maria Paola Pizzonia

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