Il regime nordcoreano ha lanciato due missili nucleari all’alba di oggi. Preoccupazione da parte delle autorità sudcoreane, americane e giapponesi. I test riprendono dopo oltre un anno di inattività. I rapporti con l’America e i precedenti test.
Sono notizie che lasciano sorpresi quelle che arrivano dalla penisola coreana. Secondo quanto riporta il comando militare sudcoreano, di concerto con le forze armate americane, all’alba di oggi, ora locale, il regime nordcoreano ha sparato due ordigni nucleari, partiti dalla località di Wonsan, sulla costa orientale della Corea del Nord, che hanno viaggiato uno per 430 chilometri, l’altro per 690 e sono atterrati nel Mar del Giappone.
Choi Hyun-soo, portavoce del Ministro della Difesa della Corea del Sud, ha dichiarato:
“È necessario che la Corea del Nord ponga fine a questo genere di azioni che non favoriscono tutti gli sforzi fatti per sedare le tensioni nella penisola coreana. La Corea del Sud intensificherà le attività di monitoraggio in cooperazione con gli Stati Uniti”.
Quel che salta immediatamente all’occhio è la corta percorrenza dei missili; a tal proposito Adam Mount, direttore del Defence Posture Project della Federations of American Scientists, in un’intervista alla CNN, ha definito come molto preoccupante l’impiego di questa particolare tipologia di missili, che, solitamente, sono “pensati come un’arma di primo colpo”.
La conferma dalle autorità giapponesi
Allo stato attuale non ci sono ulteriori informazioni, ma la notizia è confermata anche da fonti governative giapponesi; il Ministro della difesa del paese nipponico, Takeshi Iwaya, ha definito l’episodio come “alquanto spiacevole” aggiungendo che “se fossero missili balistici, si tratterebbe di una violazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Inoltre il Ministro ha aggiunto che il Giappone continuerà “a raccogliere e ad analizzare informazioni in coordinamento con gli Stati Uniti e la Corea del Sud”. Ad ogni modo, i vettori non hanno raggiunto la zona economica esclusiva giapponese, e non sono classificati come rischio alla sicurezza del paese.
I rapporti tra Kim Jong-un e Trump
Al momento non ci sono dichiarazioni del Presidente americano Donald Trump che da tempo è a lavoro per garantire la denuclearizzazione della parte settentrionale della penisola coreana, con risultati altalenanti.
Dopo che, a Singapore, Trump aveva strappato la promessa al dittatore Kim Jong-un di smantellare le testate nucleari presenti in Corea del nord, i rapporti si erano interrotti dopo il fallimentare vertice di Hanoi, in Vietnam, durante il quale il Presidente americano interruppe in anticipo il summit, cancellando la cena e la cerimonia conclusiva a seguito della mancata firma dell’accordo.
Dopo mesi di silenzio, una lettera spedita da Kim Jong-un a Trump, e definita “molto cordiale” da quest’ultimo, aveva riaperto i canali diplomatici al punto che, a sorpresa, il Presidente americano, con un tweet, aveva invitato il dittatore nordcoreano all’incontro flash a Panmunjom, sul confine demilitarizzato tra le due Coree.
La notizia del lancio degli ordigni, quindi, è come un fulmine a ciel sereno e rischia di incrinare nuovamente i rapporti con la vicina Corea del Sud e rallentare ulteriormente il processo di denuclearizzazione.
Gli Stati Uniti da tempo chiedono a Pyongyang di liberarsi di tutti gli ordigni nucleari in maniera completa e verificabile prima di alleggerire le sanzioni imposte alla Corea del Nord, mentre il dittatore Kim vorrebbe procedere a fasi, con una progressiva denuclearizzazione e conseguente alleggerimento delle sanzioni imposte.
Gli ordigni lanciati oggi sembrerebbero essere un monito per la compagine a stelle e strisce, accusata anche di aver programmato degli esercizi militari congiunti tra l’esercito americano e quello sudcoreano, affinché riprenda attivamente i processi diplomatici.
I precedenti test nucleari
Nel 2012, un anno dopo la morte di Kim Jong-il, padre dell’attuale dittatore, il regime nordcoreano lanciò un razzo in occasione del centenario dalla nascita di Kim Il-sung, fondatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea. In quell’occasione il lancio del razzo fallì, ma da allora i test missilistici sono stati numerosi e sono culminati con risultati favorevoli nel 2016.
Il 6 gennaio ci fu il primo test nucleare dell’anno, definito da Kim, durante un discorso in tv, come uno “straordinario successo”. Il 9 settembre, un ulteriore test di lancio di due missili a medio raggio ha generato un terremoto di magnitudo 5.3.
È stato il 2017 l’anno in cui sono avvenuti il maggior numero di test. Nel 15 settembre fu lanciato un missile che sorvolò l’Hokkaido, l’isola settentrionale dell’arcipelago giapponese, e precipitò in mare. In quell’occasione il governo giapponese invitò i cittadini dell’isola ad evacuare dalle proprie case e trovare riparo nei rifugi sottoterra.
Il 28 novembre un ulteriore test balistico, partito da una località nella provincia del Pyongsong meridionale, cadde dopo 53 minuti a circa 250 km dalle coste del Giappone. Questo fu il primo test a dimostrare che le capacità nucleari della Corea del Nord sono tali da minacciare anche l’Europa e l’America. In quella occasione la tv di stato nordcoreana ha annunciato: “È un successo storico, siamo uno stato nucleare”.
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