Proprio questa mattina è stato lanciato da un funzionario dell’Ufficio presidenziale di Seul un allarme per un test nucleare che la Corea del Nord sembrerebbe pronta a compiere. Se effettuato sarebbe il settimo in assoluto del Paese e il primo dal 2017, quando il leader Kim Jong-un annunciò una moratorio volontaria sulla sperimentazione atomica e di missili.
Era già arrivata nella giornata di ieri l’accusa da parte di Seul del lancio da parte della Corea del Nord di tre missili balistici a corto raggio verso il mar del Giappone.
Il lancio di metà aprile
Già il 17 aprile scorso la Corea del Nord aveva lanciato un nuovo sistema di armi tattiche guidate. Si è trattato dell’ennesimo tentativo del Paese di “potenziare il suo arsenale”, dopo aver anche testato nel mese precedente un vero missile nucleare. Il lancio a marzo è proprio il motivo che permetterebbe al Presidente i test nucleari attesi.
Con il lancio di un missile nucleare nel mese di marzo, il leader Kim avrebbe rotto una moratoria autoimposta sui test dei missili balistici intercontinentali.
La condanna dell’Ufficio presidenziale
L’Ufficio presidenziale per la sicurezza nazionale di Seul ha “condannato con forza” l’iniziativa, dichiarata non d’aiuto alla stabilità e alla sicurezza regionale. I vettori, secondo un aggiornamento fornito dai militari della Corea del Sud, sono stati lanciati alle 18.29 locali (le 11.29 in Italia) e hanno volato per circa 360 chilometri con un apogeo di circa 90 chilometri. La zona del test è stata individuata a Sunan, alle porte della capitale nordcoreana.
La Guardia costiera giapponese ha sostenuto che un presunto missile balistico sia caduto fuori dalle acque territoriali. “Pur rafforzando le attività di monitoraggio e di vigilanza, il nostro esercito, in stretta collaborazione con gli Usa, mantiene una posizione di piena prontezza e operatività”, riferisce il Comando di Stato maggiore congiunto sudcoreano.
Ginevra Mattei
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