I contagi da Coronavirus sono in rapido aumento; le Regioni, quindi, chiedono a gran voce che si torni alla didattica a distanza, almeno per le classi più adulte delle scuole superiori. La ministra Azzolina dice no, mentre il premier Conte ci sta pensando.
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“Non se ne parla”
Ieri pomeriggio si è tenuta la Conferenza delle Regioni, presieduta da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna. Durante il suo intervento, la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, riferendosi all’eventualità di tornare alla didattica a distanza, ha dichiarato più volte in videoconferenza: “Non se ne parla”. Il “no” categorico della ministra ha diverse motivazioni: anzitutto i focolai per i contagi da Coronavirus nelle classi sono contenuti – perché i protocolli stanno funzionando -, secondariamente genitori ed alunni vogliono che il Governo mantenga la promessa di garantire una frequentazione in presenza.
Il premier non parla di DAD nel nuovo dpcm
Mentre l’Azzolina si mostra ferma sulla propria posizione, il premier Giuseppe Conte non sembra escludere del tutto questa possibilità. Il premier, infatti, ci sta riflettendo. Tuttavia, per il momento Conte ha deciso di non toccare l’argomento “Didattica a distanza” nel nuovo dpcm, quello che è stato appena firmato e che va a sostituire quello che sarebbe scaduto il 15 ottobre.
I contagi da Coronavirus aumentano ed i mezzi pubblici sono sovraffollati
Nel frattempo, però, la curva dei contagi da Coronavirus è in rapida ascesa. Ovviamente, sono tutti allarmati, governatori compresi. Alcuni di loro – come Luca Zaia e Giovanni Toti – credono che la didattica a distanza per le classi più adulte delle scuole superiori possa aiutare a contrastare la circolazione delle particelle virali. Anzitutto, il provvedimento risolverebbe il problema del sovraffollamento dei mezzi pubblici: una riduzione della capienza del 50% sarebbe possibile soltanto così. A tal proposito, domani mercoledì 14 ottobre, avrà luogo una riunione organizzata dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli.
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