Coronavirus, rivolta nelle carceri: 20 evasi a Foggia, 6 morti a Modena

Caos nelle carceri italiane per il coronavirus, le proteste sono iniziate con lo stop ai colloqui “a vista” e sono sfociate in tentativi di evasione e rivolte contro gli agenti penitenziari

Esplodono le proteste nelle carceri di tutta Italia

Proteste, incendi, detenuti sui tetti: caos nelle carceri da Nord a Sud.

Secondo le prime ricostruzioni sarebbero una ventina i detenuti evasi dal carcere di Foggia. Disordini anche a San Vittore e a Rebibbia, dove le proteste sono ancora in corso.

Nel carcere romano i detenuti hanno bruciato i materassi e preso d’assalto l’infermeria. La polizia è intervenuta lanciando i lacrimogeni.

A San Vittore alcuni detenuti sono saliti sul tetto con i volti coperti, mentre altri hanno dato alle fiamme le celle del quinto braccio della casa circondariale e preso d’assalto l’ambulatorio.

Sei detenuti morti a Modena

Dopo i disordini di domenica nel carcere di Modena il bilancio è di sei detenuti morti, tre all’interno dell’istituto “Sant’Anna” e altri tre in seguito al trasferimento in altre strutture.

Da quanto si apprende dall’amministrazione penitenziaria dell’istituto di detenzione emiliano, i decessi non sarebbero direttamente riconducibili agli episodi di violenza ma a un’overdose causata dall’abuso di stupefacenti. I detenuti si sarebbero impadroniti dell’infermeria dove avrebbero assunto eccessive quantità di metadone. Si contano almeno 18 feriti, tra cui tre guardie carcerarie e sette membri del personale medico. Nel frattempo, la procura di Modena ha aperto un’inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata.

Il panico da coronavirus ha travolto anche le carceri del resto d’Italia. Tra sabato e domenica si sono registrati i primi disordini anche a Salerno, Frosinone, Pavia, Vercelli, Alessandria e Foggia, dove alcuni detenuti hanno cercato di evadere.

Gli episodi di violenza sarebbero scoppiati a causa delle restrizioni dei colloqui con i familiari per evitare una possibile diffusione del coronavirus, per poi sfociare in un’aperta protesta contro il trattamento carcerario.

Disordini anche nel carcere di Poggioreale

Ieri nel carcere di Poggioreale a Napoli i reclusi hanno distrutto diversi reparti e sono saliti sui tetti della casa circondariale, mentre le loro famiglie protestavano davanti al penitenziario napoletano chiedendo l’indulto e gli arresti domiciliari. Le dimostrazioni sono poi rientrate nel tardo pomeriggio.

L’escalation di disordini e rivolte nelle carceri italiane ha riacceso i riflettori sull’atavico problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani.

I detenuti presenti nelle carceri sono 61.230 a fronte di una capienza regolamentare fissata a 50.931 (dati Ministero della Giustizia, aggiornati al 29 febbraio 2020).

I carcerati sono costretti a condividere celle di pochi metri quadrati, mantenere la distanza “di sicurezza” per contenere i contagi da coronavirus sarebbe pura utopia.