Dalla DiaSorin arriva la conferma: al Policlinico San Matteo di Pavia hanno completato gli studi necessari al lancio di un nuovo test sierologico ad alto volume di processamento. Servirà per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti colpiti dal covid-19. Un’altra importante arma nella lotta al virus.
L’azienda, specializzata nel settore delle biotecnologie, è al lavoro per ottenere il marchio Ce e l’autorizzazione all’uso di emergenza (Eua) della Food and Drug Administration (Fda) entro la fine di di aprile: lo ha comunicato in una nota ufficiale.
A cosa servirà il test della DiaSorin
Lo scopo del test è quello di individuare quei soggetti già infettati dal virus, ma la cui diagnosi non è stata effettuata tramite tampone e di un test di diagnostica molecolare.
Recentemente, la Fda ha autorizzato l’uso di emergenza del test “Simplexa COVID-19 Direct Kit”, creato sempre dalla DiaSorin. Permette la rapida identificazione del Sars-Cov-2 dai tamponi rinofaringei e in un lasso di tempo di molto inferiore rispetto agli altri risultati diagnostici. L’attesa, da 6-7 ore, diventa di sessanta minuti.
E adesso arriva il test sugli anticorpi: Fabrizio Bonelli, Chief Scientific Officer di DiaSorin, spiega da cosa è nata l’idea. “Ci siamo posti il problema di fornire un test immunodiagnostico che desse risposta alla necessità di condurre indagini epidemiologiche per stabilire la percentuale di popolazione esposta al virus in assenza di una diagnosi eseguita con i test molecolari su tampone.”
La necessità di un test su larga scala
A maggior ragione, come spiega Fausto Baldanti (virologo del Policlinico San Matteo Pavia), per combattere l’epidemia, un test su larga scala è assolutamente necessario. E il test della DiaSorin lo renderà possibile.
Infatti, secondo l’esperto, il suo utilizzo permetterà di ottenere due informazioni fondamentali: quanto ha circolato il virus e quante persone possono ritenersi immuni. Informazioni che si baseranno solo sugli anticorpi in grado di bloccarlo.
A riguardo interviene anche Fabrizio Bonelli. “Lo scopo del test è stabilire se un soggetto è stato esposto al virus attraverso la determinazione della risposta immune. Usandolo possiamo stimare quale sia stata la circolazione del virus nella popolazione, determinare se un soggetto sintomatico ha avuto un’esposizione, eseguire lo screening dei donatori di sangue convalescenti per la purificazione degli emoderivati e verificare se una persona ha un certo grado di protezione.”