Segnalazioni e denunce nella Capitale, dove i pusher si fingono clienti in coda per poter smistare la droga tanto cara ai clienti. Arrotondano lo stipendio anche alcuni taxisti. Ecco la droga ai tempi del Coronavirus.
Traffico di sostanze stupefacenti mentre si fa la fila
Roma, 2 Aprile 2020. Arrivano segnalazioni da Garbatella, dove oggi una donna di 45 anni è stata arrestata da alcuni agenti di polizia in borghese. La signora non poteva deludere le richieste di un mercato che non conosce crisi neanche durante una pandemia. Ora è sottoposta ad arresti domiciliari, in attesa di giudizio.
In caso di condanna, risponderà del reato di traffico di sostanze stupefacenti. Per ora, l’unica cosa certa a cui andrà incontro sarà la sanzione per la violazione delle misure restrittive. Chiaramente, non essendo ad oggi legale lo spaccio di cannabis in Italia, la persona in questione non aveva con sè un’autocertificazione in cui diceva di andare a lavoro.
Così come lei tanti spacciatori non hanno soluzioni: se vogliono spacciare devono farlo nel pieno rispetto delle misure restrittive. Ed è curioso che si tema di più una sanzione pecunaria per la violazione delle misure che una macchia sulla fedina penale.
Già, perchè le segnalazioni della polizia parlano di una rete di spaccio che si organizza tra le file dei supermercati o magari tra i corridoi degli stessi. Non funziona però così in tutta la Capitale nè in tutto il Paese. Alcuni preferiscono il servizio di consegna a domicilio, affidandosi a una sorta di delivery della droga, come nel caso della shaboo al centro storico. Altri, come un taxista in crisi per la magra del periodo, spacciano sul luogo di lavoro. Non a cielo aperto, ma a tassametro spento e finestrini sollevati.
Nessuna novità di rilievo invece per quanto riguarda san Basilio e Tiburtino: quì, l’arrivo dei carichi viene regolarmente segnalato con un fragoroso botto di petardi, molto meno invasivo di un messaggio su Whatsapp.
Non si spaccia più fuori dalle discoteche o nelle piazze affollate, si spaccia in fila al supermercato. Quindi, per i consumatori una bella notizia: al market non troveranno forse il lievito, ma un po’ di cannabis, se davvero la si vuole, si trova sempre. Il Coronavirus non ci permette ogni libertà, ma non riesce a negare lo spaccio di droga.
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