In calo il numero di nuovi casi in Italia, parallelamente però, a causa dell'”effetto weekend”, ai pochi tamponi processati rispetto alla media dei giorni infrasettimanali. Sono 25.271 i contagi odierni, contro i 32.616 di ieri, ma con 147.725 tamponi, quasi 44mila meno di ieri e quasi 90mila meno del record raggiunto la scorsa settimana. Tanto che la percentuale positivi/tamponi rimane sostanzialmente stabile, dal 17,06% di ieri al 17,1 di oggi. In aumento i decessi, 356 (ieri erano 331), per un totale di 41.750 vittime. È quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.

L’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) lancia l’allarme in merito ai contagi oggi. Il presidente Alessandro Vergallo parla con toni comprensibilmente preoccupati di come il numero dei ricoveri in ospedale e nei reparti di terapia intensiva in tutta Italia sia destinata a raddoppiare da qui a lunedì 16 novembre.

Questo accadrà puntualmente qualora la curva dei contagi oggi non dovesse scendere. Il Governo aveva istituito la suddivisione in zone di rischio per le regioni italiane a seconda della situazione, proprio per cercare di arginare la diffusione del virus. “Ma i primi effetti delle nuove chiusure e restrizioni cominceremo a vederli come minimo tra dieci giorni”. La preoccupazione è ai massimi livelli, con il Sistema Sanitario Nazionale già sotto pressione da qualche settimana ormai. Al punto che ora la stessa associazione degli anestesisti spinge affinché venga istituito un nuovo lockdown totale a livello esteso, come già avvenuto nella scorsa primavera.