L’Inail verso il no al risarcimento per operatori sanitati che non si sono vaccinati ed ora risultano contagiati sul lavoro. Il caso di 15 infermieri non vaccinati e poi contagiati ha aperto nuovamente la discussione su un tema delicato nel nostro paese dove non è previsto l’obbligo di vaccinazione per il Covid.

L’Inail è il caso di Genova

“Ammalarsi in corsia dopo aver detto no al vaccino va considerato infortunio sul lavoro, con l’insieme di tutele che ne deriva? O il dipendente andrà considerato in semplice malattia?“. È questo il quesito posto all‘Inail dal direttore amministrativo dell’Ospedale San Martino di Genova Salvatore Giuffrida dopo che 15 infermieri non vaccinati si sono contagiati mentre erano al lavoro. Questi fanno parte del gruppo di 593 infemieri e tecnici del maggiore ospedale della Liguria che hanno volontariamente scelto di non vaccinarsi.

Secondo quanto si legge sulla pagine del Corriere della Sera L’Inail sarebbe propenso a decidere verso il no. Niente risarcimento per gli infermieri contagiati. Un precedente importante non solo per la categoria dei sanitari ma verso tutte quella categorie su cui, in seguito, l’Inail si esprimerà. La decisione è sta presa perchè per il contagio in questo caso non può, come fanno sapere dall‘Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, essere considerato un infortunio sul lavoro. Questo nonostante nel nostro paese non esista l’obbligo della vaccinazione anti Covid.

L'Inail non risarcisce infermieri non vaccinati
Vaccini, fonte medicopergenova.it

L’istruttoria e la svolta

Al momento l’istruttoria dell’Inail sul caso di Genova è solo all’inizio. La rotta verso il no cambia quanto valeva in epoca prevaccini. Nel 2020, infatti, un contagio del personale sanitario era considerato, prima che ci fossero i vaccini, sempre un infortunio sul lavoro. Ora questa nuova scelta che l‘ex ministro del Lavoro e oggi nel consiglio di amministrazione dell’Inail Cesare Damiano spiega come conseguenza logica della mancata vaccinazione.

“A mio giudizio è logico che chi decide di non vaccinarsi e svolge una mansione a rischio poi non possa chiedere il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro”, spiega l’ex ministro. Chi sceglie di non vaccinarsi, conclude Damiano, “dovrebbe essere messo nelle condizioni di non essere un pericolo per sé e per gli altri, evitando il licenziamento, ma svolgendo mansioni che non hanno contatto con il pubblico”.

Stefano Delle Cave