Scienziati, medici ed epidemiologi hanno firmato e divulgato una petizione online che scoraggia l’efficacia del lockdown, promuovendo una soluzione proiettata verso l’immunità di gregge.
No al lockdown, sì ad una “protezione mirata”
Sunetra Gupta, professoressa di epidemiologia dell’università di Oxford, ha lanciato una petizione denominata The Great Barrington Declaration, rivolta alle autorità e finalizzata a gestire la diffusione dei contagi da Covid 19. L’epidemiologa, infatti, favorirebbe una protezione mirata per le persone più fragili e una libertà d’azione per i giovani, al fine di sviluppare l’immunità di gregge. L’istanza ha già ottenuto il consenso di più di 6 mila esperti del settore e circa 58 mila adesioni da parte di chi non è coinvolto, in prima linea, per la lotta contro la pandemia di Coronavirus.
The Great Barrington Declaration
La petizione si rivolge principalmente alle autorità britanniche ed americane: “In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai Governi in materia di Covid-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo “Focused Protection” – Protezione Focalizzata” come afferma il documento redatto a Great Barrington, il 4 ottobre 2020.
“Le attuali politiche di lockdown stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica a breve e a lungo termine. I risultati includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale” continua The Great Barrington Declaration.
La soluzione
Secondo gli scienziati firmatari, si dovrebbe lasciare che il virus faccia il suo corso tra i giovani e le persone in salute, senza dimenticare le persone più fragili per età e condizioni cliniche. Un processo che, secondo gli esperti, porterebbe all’immunità di gregge: la capacità di una comunità di resistere ad un’infezione e diventare immuni, o perché è stata vaccinata oppure perché, contratto il virus, ha sviluppato gli anticorpi. “Fortunatamente, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che la vulnerabilità mortale da Covid-19 è più di mille volte maggiore negli anziani e negli infermi rispetto ai giovani. Per i bambini, il Covid-19 è meno pericoloso di molti altri eventi, compresa l’influenza” aggiunge l’istanza. Poi, gli scienziati avanzano una soluzione: “con l’aumento dell’immunità nella popolazione il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge e che questo può essere aiutato da un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge“.
Lo scopo “è quello di consentire a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la propria vita costruendo l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo meglio coloro che sono a rischio più alto” dichiara l’istanza.
Le critiche
Il contenuto de The Great Barrington Declaration ha, tuttavia, suscitato diverse critiche da parte della comunità scientifica internazionale. Stephen Griffin, virologo dell’Università di Leed, in un’intervista alla BBC ha dichiarato: “Le persone vulnerabili provengono da tutti i settori della società e meritano di essere trattati come gli altri. Inoltre anche le persone con infezioni moderate possono avere effetti a lungo termine, che durano anche mesi. Infine non è ancora neppure chiaro se l’infezione lascia o no un’immunità di lungo termine”.
Anche Ranieri Guerra, vice direttore generale delle iniziative strategiche dell’Oms, durante un seminario ha affermato: “L’immunità di gregge? Scordatevela. Oltre il 90% della popolazione è ancora suscettibile al Coronavirus. Prima di arrivare ad una immunità di gregge ci vorranno anni e costi umani inaccettabili”.
Chiara Bigiotti