Coronavirus, studentessa cuce mascherine trasparenti per sordi e ipoudenti

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Di Redazione Metropolitan

Cucire mascherine per aiutare le persone sorde e ipoudenti, con una sezione chiusa con materiale trasparente per lasciar vedere la bocca: ecco il progetto di una studentessa americana.

Come è nato il progetto delle mascherine per le persone sorde

L’idea, pensata da Ashley Lawrence, studentessa del Kentucky, prevede di cucire insieme a sua madre delle mascherine trasparenti, utili per aiutare la comunità dei sordi e degli ipoudenti.

Per ora sono solamente loro due con a disposizione solo una macchina da cucire. Non appena possibile, le mascherine pronte, vengono spedite a chi ne ha bisogno, nelle diverse città degli Usa.

Come spiega la 21enne americana, protezioni di questo tipo esistono già. Si tratta, infatti, di mascherine di tessuto con un pezzo di carta trasparente. Ma, causa emergenza Covid-19, come le normali protezioni, anche queste sono diventate difficili da trovare.

L’idea è nata dopo che la ragazza ha notato che molti suoi amici avevano difficoltà a reperire le mascherine, sia semplici che quelle con la sezione trasparente: per questo ha deciso di riadattare uno dei tanti modelli trovati su rete e si è messa all’opera.

Il modello, adattato per essere utile a tutti coloro che leggono le labbra o comunicano con la lingua dei segni, è risultato molto utile a tutte le persone sorde o ipoudenti che, per comunicare, devono fare affidamento alle espressioni del viso: se non possono vedere il volto, infatti, si perdono informazioni.

In questo modo, anche le persone sorde potranno continuare a comunicare con più facilità, abbattendo così le barriere che ostacolano la comunicazione con chi non conosce la lingua dei segni.

Diventa possibile, per un medico, un infermiere, un farmacista (e non solo), con un dispositivo simile, comunicare con la persona sorda ed essere capito senza molte difficoltà, leggendo, appunto, i movimenti delle sue labbra.

La raccolta fondi su GoFundMe

Inizialmente, per creare le prime mascherine, Ashley Lawrence, ha utilizzato delle lenzuola nuove e un rotolo di plastica avanzato da un precedente lavoro fatto in casa. Ora però, che le richieste sono aumentate, avrà bisogno di comprare altro materiale ed è per questo che ha aperto una raccolta fondi su GoFundMe per finanziare il progetto.

Sulla scrivania, c’è anche lo studio c’è di un secondo modello di mascherina, pensato per chi ha apparecchi acustici e impianti cocleari. Un modello, questo che si chiude o sul collo o dietro la testa. E’ ancora in fase di sperimentazione ma, in meno di due giorni, sono arrivati decine di ordini da oltre sei stati.

Le proposte italiane per avere dispositivi di protezione specifici

Questa mancanza non riguarda solo gli Stati Uniti ma anche il nostro Paese. Qualche giorno fa, infatti, un istituto per sordi di Messina, come confermato dal servizio del TGR Sicilia, ha deciso di richiedere la produzione dispositivi di protezione specifici per chi ha bisogno di leggere il movimento delle labbra.

Ora, la proposta è al vaglio del ministero dello Sviluppo Economico.

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Foto di copertina: Ashley Lawrence organizzatrice della raccolta fondi Reusable Masks for the Deaf and Hard of Hearing