Coronavirus, ecco chi potrà fare i test sierologici

Coronavirus, test sierologici

Pronti i nuovi test sierologici per il Coronavirus. il Cts ha validato le caratteristiche e i parametri dei test. Il campione sarà composto da circa 150 mila persone.

Definiti i criteri per i test sierologici

Un campione di 150 mila persone verrà coinvolto nella nuova campagna nazionale per definire e validare i criteri e le caratteristiche dei test sierologici.

Il commissario Domenico Arcuri, infatti, avrebbe avuto dal governo l’incarico di avviare la procedura pubblica per la ricerca e l’acquisto dei test. 

La procedura per i test sierologici dovrebbero consentire di individuare i potenziali ‘immunizzati’ dal coronavirus.

Il vicedirettore dell’Oms e membro del Comitato tecnico scientifico Ranieri Guerra sostiene che l’obiettivo ”è avere un unico test nazionale”.  Aggiungendo poi “se andiamo ad usare diversi test con diverse performance rischiamo di avere una difficile comparazione”. 

Guerra ha infine spiegato che il test che verrà selezionato dovrà garantire “standard minimi di qualità” (tra cui avere un’attendibilità superiore al 95%) e sarà tra quelli che prevedono un prelievo da “sangue venoso” perché “quelli da sangue periferico non sono accettabili”.

Coronavirus, test sierologici
Fonte: bergamonews.it

Risposte in tempi brevi

Il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha dichiarato che ci saranno risposte «in tempi brevi» ed in «pochi giorni». La validazione avverrà sulla base di 4 criteri:

  • le fasce d’età;
  • le aree territoriali, anche sulla base della valenza epidemica;
  • la differenza di genere uomo-donna;
  • i profili lavorativi, anche in relazione alle attività di maggiore valenza strategica per la fase 2.

A differenza dei tamponi, che misurano la presenza del virus nelle secrezioni, il test sierologico analizza il sangue. Servono a ricreare “la storia” del paziente per capire se in passato è entrato in contatto con il Coronavirus oppure no.

Si può ottenere questo risultato andando a cercare la presenza degli anticorpi specifici per il Sars-Cov-2, noti come anticorpi IgM. Questi vengono prodotti con l’infenzione ancora in corso e tendono a scomparire dopo qualche settimana.

Oppure le immunoglobine IgG, che invece compaiono in seguito e rimangono nel corpo a lungo, potenzialmente anche per interi mesi.

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