QAnon è un fenomeno nato e cresciuto su internet, ma le sue conseguenze sono ancora oggi estremamente reali. Un piano per assassinare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ordito da celebrità di Hollywood e da esponenti dell’élite democratica dediti a pedofilia e riti satanici. Dall’altra parte la “resistenza”, guidata dallo stesso Trump e da “Q”, un misterioso account che dichiara di essere un alto funzionario governativo che da anni continua a seminare su Internet indizi riguardanti il giorno in cui l’iniziativa verrà finalmente sventata e i suoi artefici assicurati alla giustizia.
Non si tratta di un film e nemmeno di un intricato scenario di fantapolitica, ma di una delle più complesse teorie del complotto nella storia di internet, particolarmente in voga nell’estrema destra americana a partire dal 2017 e che conta ancora oggi numerosi seguaci. Un gioco fatto di rimandi all’attualità, messaggi in codice e tentativi di risoluzione, ma che in breve si è trasformato in un pericoloso fenomeno di propaganda. Tanto negli Stati Uniti, dove agisce quantomeno con la non ostilità del presidente Trump, quanto in Italia, dove ha di recente iniziato a raccogliere seguaci. Un gioco che è oggi in grado di influire direttamente (e talvolta dolorosamente) sull’attualità.
Chi è Q?
La storia di Q inizia sull’imageboard (bacheca per immagini) 4chan, una piattaforma simile a un forum, ma caratterizzata dall’assoluto anonimato (tutti gli utenti sono contrassegnati dal nome Anonymous e da un numero progressivo assegnato al singolo post) e da uno stile di moderazione piuttosto blando e permissivo. È qui che il 28 ottobre 2017 un utente che si firma solo “Q”– perché sostiene di possedere il Q Clearance, un pass riservato a esponenti di alto livello del Dipartimento dell’Energia e utilizzato per accedere a informazioni molto sensibili –pubblica una serie di messaggi criptici relativi all’amministrazione Trump.
La discussione originale è intitolata «Calm before the storm» («La quiete prima della tempesta»), in riferimento a una criptica frase pronunciata da Donald Trump il 6 ottobre 2017, dopo una cena con i vertici militari. «Sapete cos’è questa? È la quiete prima della tempesta» aveva detto Trump ai reporter, facendo un vago gesto con la mano e senza aggiungere ulteriori dettagli. Quella frase è diventata la pietra angolare della narrazione di Q, che su 4chan continuerà a pubblicare messaggi in codice apparentemente privi di significato come «Il presente prova il passato» e «Le notizie sbloccano la mappa», che secondo i suoi seguaci ammiccherebbero a una futura resa dei conti tra l’amministrazione Trump e i suoi nemici.
Gli indizi seminati da Q vengono definiti breadcrumbs (briciole) dai suoi seguaci, mentre l’ormai vasto pubblico che si riunisce su 4chan per interpretarli prende il nome di bakers (i fornai). Con il passare dei giorni – e dei messaggi – la teoria di Qassume una fisionomia ben precisa: negli Stati Uniti esisterebbe un potere superiore persino a quello del presidente, rappresentato dal cosiddetto deep state, ovvero un’organizzazione composta da esponenti democratici come Hillary Clinton e Barack Obama, repubblicani moderati come il defunto John McCain, nonché da celebrità e personalità della cultura come Tom Hanks, Robert De Niro e Marina Abramovich. E naturalmente dal filantropo di origini ungheresi George Soros un bersaglio prediletto di molte teorie cospirative.
Secondo la narrazione di Q (o QAnon, cioè l’“Anonymous Q”, dal nome assegnato agli utenti di 4chan) il deep state avrebbe sempre esercitato il vero potere negli Stati Uniti, indipendentemente dal presidente eletto. Per fermare questa dinamica, alcuni militari di spicco avrebbero convinto Donald Trump a correre per la Casa Bianca, nel tentativo di spazzare via una volta per tutte il deep state e arrestarne i componenti. Per questo motivo il deep state avrebbe da tempo elaborato un non meglio precisato piano per assassinare Trump.
Nello scenario tratteggiato da Q, Clinton e soci non sarebbero solo persone avide di potere, ma dei veri e propri criminali, che durante le loro riunioni segrete si dedicherebbero alla pedofilia, bevendo persino il sangue delle vittime come parte di un rituale satanico. Questo aspetto della teoria è anche quello penetrato con più rapidità fuori dai confini americani: come dimostrano le verifiche recenti condotte da Facta sulle false notizie di pedofilia e satanismo in lingua italiana riguardanti Lady Gaga, Mel Gibson e il senatore democratico Chuck Schumer, che hanno tutte una base nei messaggi di Q.
Il collegamento con la pedofilia ha le sue radici in un’altra teoria del complotto, una sorta di “prequel” che ha preparato il campo all’arrivo di Q e dei suoi deliri: il Pizzagate.
Che cos’è il Pizzagate?
Per capire cos’è il Pizzagate bisogna fare un passo indietro. A cavallo tra i mesi di ottobre e novembre 2016, WikiLeaks ha avviato la pubblicazione di una serie di e-mail sottratte attraverso un attacco hacker alla casella di John Podesta, al tempo capo della campagna elettorale di Hillary Clinton. Siamo nei giorni conclusivi della corsa alla Casa Bianca che di lì a poco avrebbe incoronato Donald Trump e le e-mail sottratte rivelano dettagli circa alcuni discorsi a pagamento tenuti da Clinton per importanti aziende di Wall Street.
Tra le e-mail sottratte, però, ce n’è una che accende le fantasie dei complottisti su internet. Si tratta di uno scambio avvenuto tra Podesta e James Alefantis, il proprietario di un ristorante-pizzeria di Washington chiamato Comet Ping Pong, nel quale i due si accordano per organizzare un evento elettorale di finanziamento all’interno del locale. Dalle e-mail emerge che il menù della serata sarebbe stato a base di pizza margherita, che negli Stati Uniti è comunemente tradotta con il termine «cheese pizza», ovvero «pizza al formaggio».
«Cheese pizza» è però anche il termine con il quale nelle imageboard e nei forum di internet ci si riferisce alla pedopornografia, per via delle iniziali in comune tra «cheese pizza» e «child pornography». Un lungo documento che sintetizza le presunte prove dei crimini compare per la prima volta a metà novembre su Reddit, un sito internet di social news simile a un forum, e in breve tempo la voce dell’esistenza di un “Pizzagate” – naturalmente falsa – invade il web, finendo per approdare su mezzi di informazione vicini all’alt-right come InfoWars. Secondo i teorici del Pizzagate, i vertici del Partito Democratico gestirebbero un traffico di minori (molti provenienti da Haiti e rapiti dalla Clinton Foundation), utilizzati per perpetrare abusi e come vittime di rituali satanici. Il Pizzagate può essere in un certo senso considerato la forma embrionale di QAnon, tanto che le due storie hanno finito per saldarsi definitivamente nel 2020, quando il caso è tornato alla ribalta grazie alla diffusione della rete di QAnon.
Secondo un sondaggio effettuato dal settimanale britannico The Economist e da YouPoll il 17 dicembre 2016, il 46 per cento degli elettori di Trump credeva che le e-mail sottratte a Podesta contenessero riferimenti alla pedofilia e al traffico di minori.
Le conseguenze di QAnon nel mondo reale
Come anticipato nell’introduzione, QAnon è un fenomeno nato e cresciuto su internet, ma le sue conseguenze sono ancora oggi estremamente reali. Già ai tempi del Pizzagate si registrò un escalation di atti violenti indirizzati verso il Comet Ping Pong, iniziati come semplici recensioni negative su Yelp e poi degenerate in minacce di morte allo staff e addirittura in una irruzione armata nel locale, il 7 dicembre 2016, ad opera di un uomo chiamato Edgar Welch, un ventinovenne nativo del Nord Carolina che chiedeva di «liberare i bambini» dalla cantina. Salvo scoprire che la pizzeria non ha una cantina.
Il mondo intero ha iniziato a conoscere QAnon il 7 aprile del 2018, quando i seguaci della teoria sono per la prima volta scesi per le strade di Washington con cartelli inneggianti a Qe alla «Tempesta» (in riferimento alla frase di Trump «la quiete prima della tempesta», dove la Tempesta rappresenterebbe la resa dei conti con i nemici del deep state). Una partecipazione modesta, 200 persone appena, ma abbastanza per testimoniare che QAnon non era più un semplice gioco, stava diventando un fenomeno reale. Il 31 luglio dello stesso anno, una folla entusiasta ha accolto Donald Trump a Tampa, in Florida, indossando magliette di QAnon durante un discorso mandato in onda da Fox News e ripreso da numerose emittenti americane. Su 4chan Q commenta «Benvenuti nel mainstream, sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato».
L’entusiasmo dei seguaci di Q nei confronti del neo-presidente Donald Trump è tanto e lui non esita a ricambiarlo, invitando il 24 agosto 2018 alla Casa Bianca Lionel Lebron, uno dei principali promotori della teoria complottista di QAnon. Un anno più tardi, il 1° agosto 2019, l’FBI definirà QAnon «una teoria del complotto in grado di attivare estremismi», una possibile minaccia di terrorismo interno.
E le avvisaglie non sono certo mancate. Il 15 giugno 2018 la polizia del Nevada ha arrestato Matthew Philip Wright, un trentenne alla guida di un furgoncino blindato contenente un fucile automatico e una pistola. In alcune lettere scritte dopo la cattura, l’uomo ha dichiarato di essere in missione per QAnon e che con quell’arsenale voleva ottenere un report dell’FBI relativo ad alcune indagini su Hillary Clinton.
Nel marzo del 2019, un uomo chiamato Anthony Comello ha assassinato Frank Cali, referente del clan mafioso Gambino. Dichiarerà di averlo fatto per fare un favore a Trump, perché sicuro che Cali fosse parte del deep state. Durante il processo Comello ha sfoggiato il simbolo di Q sulla mano. Nell’aprile del 2020 una donna chiamata Jessica Prim è stata arrestata a New York armata di coltelli, mentre riprendeva in diretta streaming il tentativo di uccidere il candidato democratico alla presidenza Joe Biden. Le sue pagine social erano piene di riferimenti a Q e la sua prima dichiarazione è stata «Avete sentito dei bambini?», riferendosi al Pizzagate.
QAnon in Italia
Recentemente le teorie di QAnon hanno iniziato a fare proseliti anche in Italia e in gran parte dei Paesi europei. La denuncia arriva da NewsGuard, organizzazione che si occupa di monitorare la disinformazione online, secondo cui il messaggio di QAnon starebbe attirando seguaci nel nostro Paese «sia attraverso noti siti locali di disinformazione, sia grazie alla spinta di celebrità e politici che diffondono il messaggio di Q».
La galassia social di QAnon in Italia conta ad oggi (31 luglio 2020) una pagina Facebook da 13mila like, un account Twitter da 3mila follower e un altro da oltre 8mila seguaci, un canale YouTube da 24mila iscritti e un sito web. I bakers italiani, proprio come quelli americani, hanno scelto di adottare come segno di riconoscimento tre stelle da mettere accanto al proprio nome utente di Twitter, «ci identifica negli Usa come quegli europei pronti per quanto accadrà entro fine anno. Chi ha inteso lo faccia», ha spiegato su Twitter Maurizio Gustinicchi, redattore del sito web Scenari Economici e tra i principali diffusori dei contenuti di Q in lingua italiana.
Oltre a Gustinicchi, i contenuti di QAnon sono stati rilanciati anche dal sito web Database Italia, in un articolo intitolato «Q-Anon, Il dovere della serietà» e in «un’intera sezione dedicata a QAnon, con articoli pubblicati quasi quotidianamente», spiega ancora NewsGuard (anche Facta si era occupata di Database Italia, verificando la vecchia notizia della denuncia del Codacons ai danni dell’ex ministra della salute Lorenzin, accusata di aver «nascosto i danni dei vaccini»).
Fonte Facta News