Cosa cambia nel nuovo contratto per colf, badanti e babysitter

Le collaboratrici domestiche, colf, badanti e babysitter, si chiameranno d’ora in poi assistenti familiari e saranno inquadrate in livelli diversi a seconda delle loro competenze e mansioni guardando soprattutto al lavoro di cura dei bambini e delle persone non autosufficienti.

Il rinnovo del contratto collettivo di lavoro dei collaboratori domestici firmato ieri riguarda 860mila dipendenti ai quali presto si aggiungeranno i 170mila della sanatoria del governo. Per colf e badanti l’accordo prevede un aumento mensile pari a 12 euro al mese dal primo gennaio 2021 per il livello medio B Super e indennità che scatteranno dal primo ottobre 2020 per chi si occupa delle persone fragili, ovvero i bimbi piccoli e i non autosufficienti.

Ai lavoratori con certificazione delle competenze verrà riconosciuta una indennità di dieci euro al mese. Ma, spiega oggi il Messaggero, il contratto prevede anche uno sconto contributivo per chi fa assistenza notturna: dal primo ottobre i contributi si potranno versare convenzionalmente su 8 ore, quindi con una riduzione di 24 ore settimanali. Agevolazioni anche per la badante integrativa (nei giorni e nelle ore di riposo della titolare) nel caso di necessità di un’assistenza h24.

Tra le novità anche più ore per la formazione (alle 40 ore di permesso già esistenti , se ne aggiungono altre 24, erogate dagli enti bilaterali di settore) e un nuovo schema di inquadramento professionale, che abolisce le attuali definizioni di colf, badanti e bay sitter, sostituendole con la definizione unica di “assistente familiare” (suddiviso in quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi). Debutta una nuova figura professionale: l’assistente educatore formato per l’assistenza a chi ha problemi di disabilità psichica o disturbi dell’apprendimento.

Colf, badanti, babysitter sono i nuovi assistenti familiari

«Debutta inoltre – spiega – anche una nuova figura professionale, quella dell’assistente educatore formato: un aiuto in più per chi ha l’esigenza di accudire, all’interno delle mura domestiche, persone, anche bambini, in condizioni di difficoltà perché affette da disabilità psichica oppure da disturbi dell’apprendimento o relazionali».

L’intesa – spiegano i sindacati – prevede anche un sistema di indennità dal primo ottobre 2020 – da 100 euro a quasi 116 euro – erogate in aggiunta alla retribuzione minima a coloro che assistono bambini fino al sesto anno di età ed agli assistenti familiari che si prendono cura di più di una persona non autosufficiente, riconoscendo così i reali carichi di lavoro effettivamente prestati.

L’accordo – affermano – definisce l’inquadramento degli assistenti familiari in quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi, in base alle conoscenze e competenze possedute in riferimento alla mansione richiesta, superando la consolidata distinzione tra colf, badanti e babysitter e puntando piuttosto l’accento sul contesto all’interno del quale viene espletata la prestazione d’opera e operando un netto distinguo tra lavoratori che coadiuvano le famiglie nel ménage quotidiano, e coloro i quali lo fanno prendendosi cura di un altro essere umano.

«Il nuovo contratto – concludono i sindacati – chiude una fase di estrema incertezza per la categoria ed il settore, attanagliato dalla forte presenza di lavoro nero e sommerso e mette le parti nelle migliori condizioni per proseguire il confronto, anche con le istituzioni, con l’obiettivo di rendere maggiormente attrattivo il lavoro regolare in un comparto che tanto ha dato nella fase emergenziale e che è chiamato a svolgere un ruolo essenziale nel nostro Paese, alla luce delle stime sull’invecchiamento demografico».