Lo shutdown (traduzione letterale: spegnimento) è un’espressione che, in ambito politico/economico, si riferisce a una particolare procedura del sistema politico USA che riguarda il potere esecutivo, tant’è che l’espressione esatta e completa, in lingua inglese, è government shutdown. Mercoledì il Senato degli Stati Uniti ha approvato il piano provvisorio per evitare lo shutdown, cioè la parziale chiusura delle attività del governo federale, dopo che martedì il provvedimento era già passato alla Camera.
L’approvazione da parte della Camera era stata piuttosto complicata, ed era stata il risultato di un compromesso discusso molto a lungo tra Democratici e Repubblicani (questi ultimi hanno la maggioranza alla Camera). L’approvazione da parte del Senato, dove sono i Democratici ad avere la maggioranza, era data per scontata ed è stata molto più semplice. Ora per entrare in vigore il provvedimento dovrà essere firmato dal presidente Joe Biden.
Cos’è lo shutdown americano
Il sistema di pesi e contrappesi dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America prevede che possano verificarsi delle condizioni per le quali sia possibile proseguire con l’attività di governo, esercitata dal presidente, solo con l’ipotesi dello shutdown. L’intero fenomeno è legato al bilancio federale dello Stato che, per legge statunitense, è nelle mani del Congresso nella logica dei rapporti di forza che intercorre tra la Casa Bianca e i rami del Parlamento. Il Congresso, più nello specifico, ha il compito di approvare o meno i piani di spesa relativi all’amministrazione dello Stato. In caso di consenso da parte del Congresso, l’attività presidenziale prosegue seguendo il suo naturale corso, mentre se la legge di finanziamento non viene approvata si entra nello spegnimento, shutdown, nella paralisi amministrativa prevista dall’Antideficiency Act.
Il risultato è che senza l’approvazione del bilancio da parte del Congresso, il presidente degli Stati Uniti deve arrestare tutte le attività amministrative non ritenute essenziali. Tale scenario resta tale fino a quando non c’è una nuova approvazione da parte del Congresso. Il potere esclusivo nella gestione del bilancio federale da parte del Congresso deve essere esercitato entro l’inizio dell’anno fiscale, che negli Stati Uniti è fissato al 1° ottobre.
In presenza di uno shutdown si avvia un processo di ordinaria amministrazione, con il taglio di tutte le spese che non vengono considerate essenziali. Ecco dunque che non ci saranno risorse per l’arte o i musei, così come per i tribunali civili o la cura delle strade. Provando a sintetizzare la classificazione possibile delle attività, tra quelle non essenziali troviamo:
– i musei e i monumenti
– la pulizia dei parchi pubblici;
– i centri di ricerca medica, con i nuovi pazienti che non vengono più accolti;
– i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, che riducono all’osso la loro attività;
– il tribunale civile, con tutto ciò che ne consegue per i dipendenti degli stessi;
– la NASA, il cui organico viene ridotto;
– i servizi di veterinaria;
– i finanziamenti statali per imprese e privati.
Restano invece a pieno regime durante uno shutdown, tutti quei servizi che sono ritenuti essenziali. Si tratta:
– dell’agenzia per la riscossione dei tributi;
– del servizio postale;
– degli ospedali;
– delle forze di polizia e sicurezza;
– del controllo del traffico aereo;
– dei servizi meteorologici