L’attuale pandemia in atto ha aggravato una situazione sanitaria ed economica già deleteria. Tutte le situazioni ad essa correlata stressano il tessuto sociale minandone certezze e serenità. In tutto questo marasma si pone poi una ulteriore questione: quella legata allo smaltimento rifiuti ospedalieri (DPI e non solo).
Il virus come spia d’allarme sanitario
Come detto, la pandemia generata dalla circolazione del Covid-19 ha accentuato una duplice crisi: sul piano economico ma anche sanitario. Se la prima era evidente già anni addietro rispetto alla comparsa del fenomeno virale, la seconda invece si è evidenziata in particolar modo dopo di esso.
Porre rimedio ad una condizione che era latente ma comunque esistente già nel periodo pre-Coronavirus è apparso dunque difficile. Si sono dovuti apportare continui accorgimenti in corso d’opera che potevano essere pianificati con dovizia di particolari. Dinamiche e meccanismi di corretto funzionamento dei reparti ospedalieri richiedono tempo per esser rodati. Un fatto, questo, che ha innescato come diretta conseguenza l’affanno della categoria in questione negli ultimi mesi.
Come se non bastasse, poi, a ciò si è aggiunto il problema, tra gli altri, dell’uso degli idonei DPI (dispositivi di protezione individuale). Questi ultimi in un primo momento manchevoli, poi addirittura divenuti eccessivi per numero a disposizione. Senza contare l’avvicendamento dei vari modelli di mascherina con annessa cambio di rotta in corsa da parte di OMS ed altri enti di rilievo.
Il problema dello smaltimento rifiuti
Addentrandoci poi più nella fattispecie delle dinamiche sanitarie ecco presentarsi un’altra questione: lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri. Un elemento che rientra all’interno di un discorso più ampio che trascende le strutture citate per riguardare il mondo intero.
Perché quello dello smaltimento rifiuti non è solo un caso che interessa i presidi sanitari, ma anche la vita quotidiana. Sono i cittadini, infatti, a contribuire alla formazione di zone adibite a discariche inappropriate.
Il problema delle discariche abusive
Le discariche abusive sono una delle piaghe, in tema ambientale, più ricorrenti per quanto riguarda le città italiane. I motivi che portano le persone a gettare in rifiuti per strada e, quindi, alla creazione di veri e propri blocchi possono essere diversi, ma nessuno di questi è giustificabile.
Per arginare questo fenomeno, infatti, il legislatore è sceso in campo con norme molto severe per tutelare l’ambiente che ci circonda.
Secondo l’articolo 192 del decreto legislativo 152/06, infatti, in alcuni casi, per la persona che ha abbandonato i rifiuti in strada non scatta soltanto la punizione ma anche l’obbligo di ripristinare la situazione come era prima.
In altri casi, invece, tale obbligo spetta ai comuni. Se per lo smaltimento rifiuti edili, industriali, ospedalieri e così via, le aziende sanno esattamente cosa fare con norme ben precise, è necessario anche che i cittadini, nel loro piccolo, possano contribuire a rendere più pulite le strade in cui vivono.
Una pratica non solo illegale, ma anche dannosa per tutta la cittadinanza. In questo modo, infatti, possono nascere delle discariche abusive non regolamentate dove c’è di tutto, anche materiali che andrebbero smaltiti diversamente, con un trattamento speciale. Proprio perché se abbandonati a sé stessi possono essere dannosi anche per la salute delle persone.