Una nuova indagine dall’Australia sembra mostrare come la variante Delta, definita da alcuni media come variante Indiana, abbia un’incredibile capacità di trasmissione, tanto da rendere anche gli incontri più rapidi un pericolo. Ecco quanto ne sappiamo al riguardo.
La variante Delta
La cosiddetta variante Delta, isolata per la prima volta in India, si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo, tanto da essere diventata il ceppo dominante in Gran Bretagna e raggiungendo percentuali non incoraggianti anche qui in Italia.
Questa diffusione sta ora impennando i contagi in diversi paesi, soprattutto tra i non vaccinati, mettendo a rischio i progressi finora ottenuti tramite le restrizioni.
Contagi rapidi?
La stima precedentemente mostrata, sui tempi di contagio della variante, per quanto preoccupante, non deve confondere. Si tratta, infatti, di una stima empirica.
Questa stima deriva dall’analisi dello Chief Health Officer dello stato del Nuovo Galles del Sud, Kerry Chant, eseguita tramite un’indagine sui contatti e lo studio di alcune riprese da telecamere a circuito chiuso. Ciò ha permesso di calcolare i tempi di contagio tra i due “autori” del cluster di Bondi (spiaggia vicino Sidney), due persone senza mascherina e non vaccinati, contagiatisi a seguito di un fugacissimo incontro di 5-10 secondi in un centro commerciale.
In attesa di dati certi, il capo della sanità del Queensland, la dottoressa Jeannette Young, ha voluto sottolineare come un maggiore rischio di trasmissione sia un pericolo reale, soprattutto in un paese con poche restrizioni e e pochissimi vaccinati come l’Australia.
All’inizio di questa pandemia, ho detto che 15 minuti di stretto contatto erano un tempo cui prestare attenzione. Ora sembra che siano da 5 a 10 secondi a preoccupare. Il rischio è molto più alto ora rispetto a solo un anno f. (…) Gli aerosol respiratori si accumulano nello stesso modo in cui si accumula il fumo di sigaretta(…) In uno spazio chiuso dove la ventilazione non è adeguata il virus è ancora nell’aria. Quindi se cammini in quella zona e respiri quell’aria, potresti essere infettato.
Questa velocità potrebbe portare ad una picchiata nei numeri delle terapie intensive, in un paese che è stato toccato poco e niente dalle precedenti ondate.
Dal canto nostro, qui in Europa, possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo, le tante persone guarite e soprattutto i vaccinati, con una dose o due, permetteranno un minor numero di ospedalizzazioni e di sviluppi di forme gravi nei possibili contagiati.
I dubbi che rimangono
Restano aperti alcuni quesiti riguardo questa variante Delta e la risposta che i vaccini già sviluppati avranno su di essa: una sola dose proteggerà dal contagio? Servirà un ulteriore richiamo? Il vaccino proteggerà gli anziani da effetti avversi di questa variante?
La scienza riuscirà probabilmente a chiarire tutte queste domande. Nel frattempo l’allerta deve rimanere alta e noi cittadini dobbiamo impegnarci col mantenere le principali misure di sicurezza.