La casa farmaceutica americana Pfizer ha iniziato lo studio clinico di un farmaco anti covid per via orale. A riferirlo oggi è la prestigiosa agenzia di stampa Reuters.com che cita un comunicato della casa farmaceutica. Lo studio sull’antivirale, di cui si è data notizia a New York, riguarda 1140 partecipanti positivi non ospedalizzati. La terapia, denominata PF-07321332, viene studiata in combinazione con una bassa dose di ritonavir.

Il farmaco in questione si prende per via orale ogni 12 ore. Esso punta a bloccare l’attività di un enzima chiave necessario per la replicazione del coronavirus. “In caso di successo – dicono da Pfizer -, PF-07321332/ritonavir ha il potenziale per affrontare una significativa esigenza medica non soddisfatta, fornire ai pazienti una nuova terapia orale che potrebbe essere prescritta al primo segni di infezione, senza ricorrere all’ospedalizzazione” .

Il primo studio registrativo di fase 2-3 su PF07321332/ritonavir è partito a luglio su adulti sintomatici non ospedalizzati con diagnosi di Covid-19 ad aumentato rischio di progredire verso forme gravi. Il nuovo trial punta invece a testare l’approccio anche in pazienti sintomatici che non corrono questo rischio. In caso di successo del trial, evidenzia Pfizer, PF-07321332/ritonavir potrebbe rispondere a “una significativa esigenza medica non soddisfatta: fornire ai pazienti una nuova terapia orale che potrebbe essere prescritta al primo segno di infezione, senza che si renda necessario il ricovero”.

La pillola antivirale impedisce al virus di diffondersi all’interno del corpo bloccando un enzima di cui il coronavirus ha bisogno per copiare sè stesso. Il trattamento appartiene a una classe di farmaci noti come inibitori della proteasi. Secondo clinicaltrials.gov, il trial sulla pillola antiCovid è in corso in due sedi Pfizer, uno a New Haven, nel Connecticut, e l’altro a Bruxelles, in Belgio. Sono stati arruolati un totale di 60 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 60 anni con alcuni partecipanti riceveranno una delle quattro dosi del farmaco e ad altri il placebo. Neanche i ricercatori sapranno quale pillola assumeranno i volontari. Se i risultati mostrano che il farmaco è sicuro ed efficace, l’azienda passerà alla Fase II e recluterà un gruppo più ampio di partecipanti