Il dibattito è ancora acceso, ma sembra che il Governo sia più orientato a far slittare la riapertura di cinema, teatri, discoteche e non solo.
Le dichiarazioni del ministro Spadafora
In occasione della puntata di ieri di Agorà su Rai 3, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha dichiarato: “Confido che entro fine gennaio tutta l’attività sportiva possa riprendere, ovviamente con tutte le limitazioni per la sicurezza. Stiamo lavorando costantemente col Cts: noi a ottobre avevamo predisposto un protocollo di sicurezza molto rigido e devo dire che molte palestre avevano fatto investimenti. Credo che la riapertura a fine gennaio sia un obiettivo raggiungibile, ma dobbiamo vedere i dati epidemiologici della prima settimana di gennaio. Confido comunque che palestre, centri danza, piscine potranno essere riaperte”.
Le nuove misure per combattere il Covid
Nonostante le parole – che fanno ben sperare – del ministro dello Sport, quello della Salute, Roberto Speranza, si è espresso in modo decisamente diverso. Infatti, nonostante quest’ultimo abbia firmato l’ordinanza per la riapertura delle scuole – prevista per il 7 gennaio -, non ha invece firmato nulla per quanto riguarda la ripresa delle attività sportive e culturali. Il dibattito è acceso all’interno del Governo, anche se sembrerebbe sia impossibile che palestre, centri sportivi e piscine riapriranno i battenti entro il 16 gennaio, ossia quando scadrà il Dpcm del 3 dicembre. Se tutto andrà per il meglio, potrebbero ripartire alla fine di gennaio, e non prima. In più, le restrizioni saranno più rigide di quelle attualmente in vigore.
Restano chiusi cinema, teatri, discoteche
Non c’è alcun dubbio, invece, sul fatto che resteranno chiusi cinema e teatri; forse, faranno eccezioni soltanto i musei, dove in ogni caso gli ingressi dovranno essere contingentati. Bar e ristoranti resterebbero aperti soltanto dalle 5:00 fino alle 18:00 nelle zone gialle, mentre resterebbero chiusi in quelle arancioni e rosse, ma saranno consentiti l’asporto e la consegna a domicilio. Ancora chiuse le discoteche, così come tutti quei luoghi in cui sono previsti gli assembramenti. L’indice Rt deve scendere sotto lo 0,5 prima che si possa parlare di vere e proprie riaperture.
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Francesca Simone