Una circolare del ministero della Salute ha dato via libera all‘utilizzo dei test salivari qualora non possano essere applicati i normali tamponi oro/nasofaringei. È obbligatoria inoltre la loro tracciabilità e la loro registrazione nei sistemi informativi regionali.

I test salivari e la circolare del ministero della Salute

Via libera ai test salivari in Italia
Test salivari, finte wired.it

“L’uso della saliva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 prevede un metodo di raccolta non invasivo, tuttavia la corretta raccolta del campione salivare è un passaggio cruciale. I campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo”. È un estratto della circolare del ministero della Salute che ha dato il via libera ai test salivari.

Questi potranno essere effettuati quando non siano possibili i normali test oro/nasofaringei e sono soggetti all’obbligo di registrazione nei sistemi informativi regionali. Si tratta di particolari tamponi che per essere efficaci vanno effettuati entro 5 giorni dai primi sintomi. Strumenti la cui sensibilità varia a seconda della tecnica di raccolta. In particolare è più efficace un test con campioni di saliva orofaringea posteriore prodotta nel primo mattino. Meno sensibili risultano invece i campioni prelevati con il general spitting utilizzando la saliva presente sul pavimento orale.

Gli screening su anziani e per le scuole

I nuovi test salivari potrebbero essere molto importanti per effettuare screening ripetuti su categorie fragili come anziani e disabili. Si tratta inoltre di uno strumento che potrebbe essere utilizzato nelle scuole italiane. A confermalo il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso all’Ansa. I test salivari, fa sapere Sasso, saranno utili per “contenere i rischi per insegnanti, personale e studenti, migliorando sensibilmente la capacità di monitorare e tracciare la presenza del virus all’interno della comunità scolastica”. Anzi per il sottosegretario all’Istruzione è giusta “la riflessione sull’opportunità di utilizzare i test salivari già per gli esami di terza media e di maturità”.

Stefano Delle Cave