L’ultima frontiera della polemica: “aperture e chiusure da dpcm”, zona gialla, arancione e rossa. Argomento assai caro alle signore, “carissimo” per le estetiste. Covid19: parrucchieri aperti, centri estetici chiusi, perchè?
Protocollo anti-covid19
Dalla riapertura del 18 maggio tutte le categorie di lavoratori si sono impegnate per l’attuazione delle disposizioni anti-contagio per contenere la diffusione del covid19. Parrucchieri e centri estetici, da sempre categorie attente a rispettare misure sanitarie adeguate atte a garantire sicurezza ed igenizzazione hanno applicato un protocollo ancor più rigido. Dalla riapertura, i saloni di bellezza e i centri estetici, hanno riorganizzato gli spazi per garantire l’adeguato distanziamento interpersonale, igienizzato dall’ingresso all’uscita delle clienti gli ambienti e le superfici comuni con spray e virucidi. L’accesso alle strutture di bellezza è ad oggi consentito solo dopo aver fissato appuntamento, l’ingresso concesso solo dopo il rilevamento della temperatura corporea, l’igienizzazione delle mani e “l’imbustamento” delle borse e degli oggetti personali delle clienti, il tutto registrato su un libro delle visite con nomi e recapiti degli avventori per poter comunicare eventuali contatti a rischio.
La divisione a zone: gialla, arancione, rossa
L’ultimo dpcm, atto a contenere la diffusione del covid19 e a scongiurare un nuovo lockdown generalizzato prevede misure comuni a tutto il territorio e la divisione dello stesso in zone di differente colore. Ad ogni regione corrisponde una differente sfumatura, che va dal giallo al rosso, atto ad indicare la proporzione del rischio di un collasso sanitario valutando il numero di contagi e la possibilità di ospedalizzazione di ogni regione. Non è una gara, non è una punizione, è per la salute e il bene comune. Da notare che la chiusura dei centri estetici, oggetto di tanta polemica, è limitata alla sola zona rossa, dove le restrizioni sono più rigide a causa di una situazione altamente compromessa.
Nuovo dpcm: parrucchieri aperti centri estetici chiusi
Boom di polemiche per la chiusura dei centri estetici. In un momento delicato di emergenza sanitaria, sommersi da teorie complottiste e fake news siamo perennemente sottoposti al terrorismo psicologico di media e adv perversi e sciacalli in cui si viene sollecitati a premunirsi per un nuovo lockdown. L’idea di dover nuovamente rinunciare alla bellezza, ultimo baluardo rimasto a consolare l’ormai labile equilibrio psicofisico di tutti é la leva che viene usata in questi giorni per ottenere attenzione ed esprimere indignazione generalizzata e qualunquista. All’urlo di “parrucchieri aperti e centri estetici chiusi”, maschi, e sottolineo maschi, si fanno promotori di indignazione in una guerra tra poveri. Ad aprir bocca, al netto di “tre” dandy, sono uomini che in un centro estetico non sono mai entrati, o se lo hanno fatto farebbero bene a rivedere le proprie scelte, ma soprattutto a sincerarsi del fatto che le due categorie sono distinte e diverse sia per codice ATECO che per valutazione dei rischi.
Centri estetici e parrucchieri: le differenze
In molti chiedono spiegazioni, in pochi si son soffermati a riflettere: la differenza di esecuzione del lavoro delle due categorie è ben diversa sia per spazi che per posizionamento dell’operatore rispetto al cliente. Il salone, dove viene svolta l’attività di acconciatura è gia’ etimologicamente ben più spazioso della cabina di estetica. Il primo riesce nella a garantire un ricambio d’aria maggiore vista la dimensione e le normative necessarie per l’apertura, la cabina sebbene possa essere ben areata non dispone di una superficie tanto ampia, potenzialmente utile a favorire la dispersione del virus. La tipologia di servizi svolti determina anche un diverso contatto. I parrucchieri si trovano per la maggior parte dell’esecuzione del proprio lavoro alle spalle della cliente alla quale non e’ mai necessario far togliere la mascherina. Le estetiste svolgono per la maggior parte del tempo un lavoro in posizione frontale rispetto alla ricevente, considerando anche il fatto che per determinati servizi come trattamenti viso ed epilazione labbra, che avvengono nella cabina di cui sopra, si rende necessaria la rimozione della mascherina della cliente.
La solidarietà collettiva è totale nei confronti di tutte le attività chiuse dall’ultimo Dpcm, e dei parrucchieri che si trovano in zona rossa in territori comunali di confine. Questi ultimi si ritrovano ad aprire e a vedere decimato il potenziale clienti proprio per le limitazioni agli spostamenti; per giunta senza poter neppure far uso degli ammortizzatori sociali previsti per le categorie forzatamente serrate. Finchè la lamentela regnerà sovrana sull’assenza collettiva di senso civico continueremo a dover alzare ed abbassare serrande. Mettete tutti la mascherina, proteggete voi stessi e gli altri, i vostri cari, e quanto prima torneremo ad una situazione di normalità.
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