La crisi energetica è un problema causato dalla guerra in Ucraina che sta investendo l’Ue. Assistiamo in Italia ad un aumento dei costi dell’energia con oscillazioni elevate del prezzo del gas e aziende che rischiano di chiudere. Nonostante il clima da campagna elettorale i partiti si sono compattati su tetto al prezzo del gas ed efficientamento energetico. Il governo dal canto suo è a lavoro con il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che ha pronto un suo piano presentato al governo per uscire dalla crisi. Nessun rischio Dad, smart woking o riduzion energetica alle imprese al momento

La crisa energetica e la ricetta dei partiti

Crisi energetica, fonte ispionline.it

La crisi energetica sta colpendo duramente il nostro paese con imprese e cittadini che devono pagare bollette altissime a causa dell’oscillazione a rialzo dei prezzi del gas come conseguenza della guerra in Ucraina. Prezzi peggiorati con la recente limitazione per del gasdotto Nordstream ufficialmente per lavori di efficientamento ma ufficiosamente come ritorsione della Russia per le sanzioni economiche imposte dall’occidente. A questo poi si deve aggiungere la decisione russa di non fornire oltre il 20% del gas richiesto il prossimo inverno e la paura crescente che le forniture possano essere interrotte del tutto come arma di ricatto di Mosca. Una paura che ha generato una crisi al quale l’Europa sta cercando di porre rimedio e per il quale è molto atteso il Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia Ue previsto il 9 settembre.

In Italia, nonostante siano tutti alle prese con le vicine elezioni politiche del 25 settembre, i partiti hanno incluso la risoluzione della crisi energetica come parte del piano elettorale. In particolare centrosinistra, centrodestra, terzo polo e m5s sono concordi nei loro programmi di porre un tetto europeo al prezzo del gas e di varare norme per l’efficientamento energetico e il controllo dei consumi. A questo si aggiunge, nonostante le proteste pubbliche dei giorni scorsi, il ricorso ai rigassificatori galleggianti come soluzioni temporali ed emergenziali per la maggior parte dei partiti. Cosi come viene considerata una scelta di emergenza quella della riduzione dei consumi.

Il piano Cingolani

Il governo, dal canto suo, pur nelle sue limitate funzioni correnti a causa della caduta dello scorso luglio, sta lavorando ad un nuovo decreto in attesa delle decisioni prese il 9 settembre dall’Ue con cui si saprà se l’idea italiana di un tetto europeo ai prezzi del gas andrà in porto. Il tutto mentre il ministro Cingolani ha presentato al Cdm il suo piano che scongiura al momento misure drastiche come il ritorno in Dad e lo smart working ma si pone l’obiettivo di scendere dall’attuale 18% di dipendenza dai gas russi al 10%.

Un target da raggiungere mantenendo le già proposte norme per la massima temperatura dei 19 gradi in ambienti pubblici e lo spegnimento dei termosifoni nelle case un’ora prima. A questo si aggiunge il largo utilizzo delle centrali a carbone per un tempo massimo di 2 anni e dei 2 rigassificatori di Ravenna e di Piombino oltre alle forniture alternative di cui ci sarà una corsa allo stoccaggio fermo all’82%. Cingolani sta infine lavorando anche ad un decreto per fornire energia a prezzi calmierati alle industrie energifere e gassifore.

Stefano Delle Cave

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