Direttamente dagli States per On Stage Festival! all’Off Off Theatre
Cosa c’entra la sindrome da stress post-traumatico di un reduce di guerra del Vietnam con William Shakespeare? Apparentemente nulla ma l’attore americano Stephan Wolfert (della Compagnia BEDLAM di NYC) trova un incastro meraviglioso adoperando, nel monologo visto all’OFF OFF THEATRE, la magia del teatro, quella vera.
Stephan Wolfert è, oltre un attore strepitoso, un ex-soldato americano
congedato. La storia che racconta è la storia della sua vita, autobiografia
poetica della difficoltà del reintegro nella società dei soldati americani condannati ad essere privati di ogni possibilità di pensiero. L’Esercito americano costruisce dei robot, senza cuore, senza anima, degli assassini e quando li congeda li lascia alla vita spremuti come limoni, vuoti.
Quando termina il servizio militare Stephan è così, di ghiaccio, un robot, un
ex-soldato addestrato a uccidere ma non ri-programmato per vivere. Perlopiù malato, imbottito di strani farmaci che lo rendono stupido o, nel suo caso, quasi paralitico.
Apparentemente la sua vita non ha senso, pare destinata a cadere nell’ignominia. Ma Stephan, per caso, si ritrova una sera a Teatro. In scena c’è Riccardo III del Bardo. Sembrerebbe soltanto poesia scrivere che quel monologo “gli cambia la vita” ma è proprio così: accadono assieme magia e
poesia. L’attore ci racconta lo stupore e il piacere provato mentre assisteva per la prima volta ad uno spettacolo. Rivede sé stesso in Riccardo III e la sua vita, finalmente, prende senso.
La paralisi diventa ritmo, il corpo guarisce, rinvigorito dalla linfa vitale della prosa shakespeariana. Riccardo III, Enrico V, Coriolano, Tito Andronico, Marco Antonio, appaiono come fantasmi positivi nel racconto teso tra gioia e malinconia. I combattenti shakespeariani si mescolano alle guerre (interiori) e alle guerre (inutili) che il protagonista racconta. Ci mostra un’abilità quasi da Commedia dell’Arte nell’uso del corpo che stride sul palcoscenico come una corda di violino che all’improvviso si sfilaccia e si rompe come un urlo liberatorio di gioia.
Lo spettacolo torna in Italia dopo essere stato presentato con successo al Teatro Sala Uno di Roma, nell’ambito del Festival Shakespeare Re-Loaded (Roma-Verona, aprile 2016), in collaborazione con il Teatro Argot Studio e Casa Shakespeare di Verona.
Cry Havoc è uno spettacolo che celebra tutte insieme la poesia e la leggerezza, con l’essenzialità del palco nudo e del corpo umano, maestoso, di Stephan Wolfert: attore, autore, regista, ex Ufficiale medico presso l’Esercito USA, ha lasciato le armi per dedicare la propria vita al teatro dopo l’incontro con il Riccardo III di Shakespeare.
A volte la forza del Teatro è solo una frase detta per coccolare la voglia, in questo caso il Teatro vince per davvero, si mostra, attraverso lo slang americano dell’interprete e rimbalza sul pubblico, rapito e affascinato, impaurito mentre ascolta il battito del cuore, agitato, prima dello sparo di un fucile.