Curiosità sul coding

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Ogni dispositivo tecnologico usato quotidianamente dalla maggior parte della popolazione mondiale funziona grazie al coding. Infatti le macchine si muovono grazie ad esso, i computer non funzionerebbero se non venissero programmati e anche le numerose infrastrutture usate per migliorare la qualità della vita nelle città hanno a che fare in un modo o nell’altro con la programmazione.

Data la crescita dell’importanza della programmazione nella vita di tutti i giorni, in molte scuole si tengono già – o si terranno – corsi di coding: ma non solo negli istituti di istruzione superiore o nelle università, ma anche negli asili e nelle scuole elementari. Infatti utilizzando giochi che imitano la struttura dei più semplici linguaggi di programmazione, anche i più piccoli possono approcciarsi a questo mondo senza alcuna difficoltà.

Ecco delle curiosità sul mondo del coding

Esistono migliaia di linguaggi di programmazione

In generale esistono all’incirca 2500 linguaggi di programmazione se si tiene conto sia dei più diffusi, che di quelli meno noti. Tra i più noti ci sono Java e Python, ma una volta imparati i più famosi, iniziare ad utilizzare anche quelli di nicchia solitamente non risulta troppo difficile. Esistono infatti corsi di coding per programmatori che in soli pochi mesi formano professionisti in ambito di coding, focalizzandosi su tutti i principali aspetti della programmazione e che rappresentano quindi un ottimo strumento per avere una panoramica completa sulle possibilità di questo lavoro.

Saper programmare diventerà importante tanto quanto saper leggere e scrivere

In futuro la programmazione sarà tanto importante quanto la scrittura e la lettura lo sono ora.

Potrebbe sembrare difficile, ma in realtà imparare a programmare a volte risulta anche più facile per le persone che hanno problemi di apprendimento. Diversi studi confermano infatti che interpretare codici di programmazione attiva determinate parti del cervello, diverse da quelle attive durante la lettura e la scrittura. 

L’unico modo per imparare entrambe è quello di mettersi subito alla prova e continuare a fare pratica.

Non bisogna per forza lavorare nel campo delle tecnologie per usare la programmazione

Al momento la maggior parte dei lavori svolti dai programmatori è legata ad ambiti di lavoro che non hanno niente a che vedere con le tecnologie. E l’aumento e il continuo sviluppo dei linguaggi di programmazione e delle possibili applicazioni, non farà altro che aumentare le possibilità di lavoro per chi sa programmare. 

È facile da capire che chi sa programmare si troverà a poter scegliere tra più opportunità di lavoro, rispetto a chi invece non è capace.

Il coding può sviluppare il cervello

Imparare a programmare ha numerosi benefici cognitivi, tra cui abilità creative nel problem-solving, pensiero critico e capacità di lavorare in gruppo. Diversi studi confermano che i programmatori sviluppano maggiori abilità cognitive in media, e che la programmazione e altre attività del genere stimolanti possono ridurre le possibilità di incorrere in malattie degenerative come l’Alzheimer.

Ad oggi, le soft skills e le hard skills sono sullo stesso livello, ma chi sa lavorare in gruppo, chi sa risolvere problemi in maniera creativa, prestando attenzione ai dettagli, chi impara dai propri errori e li vede come un modo per acquisire conoscenza, avrà una marcia in più in futuro.

Il primo programmatore della storia era donna

Ada Lovelace, figlia del famoso poeta Lord Byron, era una matematica molto talentuosa. Nella sua vita ha collaborato a stretto contatto con Charles Babbage, un rinomato ingegnere meccanico responsabile di aver creato uno dei primi computer meccanici. Inoltre, si è dedicata alla scrittura di una teoria su una macchina per programmare per calcolare i numeri di Bernoulli, che in seguito ha portato all’elaborazione del primo algoritmo della storia ad essere eseguito da una macchina, in pratica si trattava del primo programma per computer.

La programmazione è stata utile nel porre fine alla Seconda Guerra MondialeAlan Turing, considerato da molti il padre della scienza dei computer di oggi, ha svolto un ruolo fondamentale nel portare a termine la Seconda Guerra Mondiale, utilizzando le sue abilità nell’identificare il metodo di funzionamento della macchina Enigma, utilizzata dai nazisti per cifrare le loro comunicazioni