Il ricco imprenditore 35enne Daniel Noboa ha vinto le elezioni presidenziali in Ecuador, al ballottaggio, diventando il presidente più giovane della storia del paese. A scrutinio quasi completo ha ottenuto il 52,3 per cento dei voti, contro il 47,7 di Luisa González, la candidata di sinistra che aveva vinto il primo turno.

Noboa fa parte di Azione Democratica Nazionale, gruppo politico centrista. Governerà per meno di un anno e mezzo: sono state elezioni anticipate, convocate dopo lo scioglimento del parlamento da parte dell’ex presidente conservatore Guillermo Lasso, nel tentativo di bloccare un procedimento di impeachment nei propri confronti. Di fatto, Noboa completerà la durata del mandato di Lasso, e a maggio del 2025 si terranno nuove elezioni (dove Noboa potrà ricandidarsi).

L’elezione di Noboa è arrivata al termine di una campagna elettorale segnata soprattutto dall’omicidio di uno dei candidati: l’ex giornalista Fernando Villavicencio, ucciso a colpi d’arma da fuoco al termine di un comizio a Quito, capitale del paese. Sul suo omicidio sono ancora in corso indagini e una decina di giorni fa sei uomini arrestati con l’accusa di aver avuto un ruolo nel suo assassinio sono stati trovati morti in prigione, una delle più problematiche e sovraffollate del paese.

L’Ecuador è uno dei paesi più violenti dell’America Latina e un centro nevralgico per diverse bande di narcotrafficanti attive in altri paesi: si trova tra Colombia e Perù, i primi due produttori di cocaina al mondo.

Noboa ha guadagnato consensi soprattutto grazie al proprio approccio molto duro nei confronti della criminalità: ha proposto di incarcerare i detenuti più violenti su navi al largo della costa sul Pacifico, e di intensificare la presenza militare ai confini del paese e sulla costa, due punti molto attivi nel traffico di cocaina. Ha insistito molto anche sull’occupazione giovanile e sulla promessa di attirare sempre più investitori stranieri in Ecuador.