L’azienda Nordic Waste, coinvolta in un potenziale disastro ambientale, ha presentato istanza di fallimento, interrompendo i lavori di bonifica che stava svolgendo a seguito di una frana contaminata in Danimarca
Lo scorso dicembre un temporale ha causato un’enorme frana in uno degli impianti della Nordic Waste, azienda danese che si occupa della bonifica di terreni contaminati. Milioni di tonnellate di terreno contaminato hanno iniziato a defluire lentamente verso il fiume più vicino, minacciando un enorme disastro ecologico. Il governo danese ha ordinato all’azienda di ripulire la situazione il prima possibile
Il caso della frana di grandi dimensioni e potenzialmente dannosa per l’ambiente sul sito della Nordic Waste vicino a Randers è lungi dall’essere un ricordo del passato.
Ora si scopre che Nordic Waste ha dovuto affrontare diverse frane per gran parte del 2023, nonostante la società stessa l’abbia definita “una tragedia imprevedibile”
Lo può dire l’emittente radiofonica Radio4. La radio è stata in contatto con diversi dipendenti che lo confermano.
Sia nella primavera, estate e autunno dello scorso anno, Nordic Waste è stata interessata da movimenti del terreno che, secondo ex dipendenti e soci, sono stati così forti “che hanno reagito con misure preventive”.
– Durante tutto il tempo in cui ho lavorato, la terra ha mangiato sempre di più, dice un ex dipendente, reso anonimo dalla radio.
Il governo danese vuole chiedere i soldi a Torben Østergaard-Nielsen di Nordic Waste
Nonostante il fallimento, il governo promette di utilizzare tutti i mezzi disponibili per far pagare alla Nordic Waste la bonifica e gli eventuali danni. In particolare, i ministri chiedono al proprietario dell’azienda, la sesta persona più ricca della Danimarca, Torben Østergaard-Nielsen, di coprire i costi di tasca propria, risparmiando i soldi dei contribuenti, dato che al momento è il governo a farsi carico dei costi di bonifica.
In una situazione di bancarotta non è facile ritenere l’azienda maggiormente responsabile, quindi Copenaghen non esclude una possibile revisione della legislazione sulle aziende e sulla bancarotta, per evitare casi simili di irresponsabilità in futuro.
Il docente: “Non c’è niente di urgente”
Ma Søren M. Kristiansen, professore associato presso il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Aarhus, invita alla cautela. Perché anche se l’acqua di fusione della neve potesse accelerare la frana, ciò non accadrà domani. Ci vuole tempo prima che l’acqua di disgelo raggiunga laggiù, dove avrà effetti sulla frana.