L’artista ha l’arduo compito di stupire. Tutto la sua opera, il nucleo delle sue creazioni, dev’essere rivolto ad un unico, genuino obiettivo, lo stupore. Il fattore sorpresa è agevolato certamente dal cambiamento, più il lavoro muta, cambia, si trasforma più l’interesse cresce, si rinnova. Danny Boyle ha capito il meccanismo e, cineasta kafkiano, muta.
Michael B. Jordan al centro del nuovo progetto.
Il regista di Manchester, nel corso della sua carriera, ha lavorato, come ceramica, diversi generi. Dalla commedia del noto “Trainspotting”, al catastrofico “28 giorni dopo”, al biografico “Steve Jobs” fino all’ultimo di matrice fantastica “Yesterday”. La notorietà dell’autore è la dimostrazione di un lavoro che non perde credibilità da una storia all’altra bensì aggiunge pregio a tasselli mai monocromatici. La Warner Bros. gli ha affidato l’ennesima occasione per continuare questo gioco al cambiamento, “Methuselah”.
Danny Boyle, un Oscar come miglior regista per “The Millionaire” e una candidatura alla sceneggiatura per “127 ore” all’attivo.
“Methuselah”, il nome ebraico di Matusalemme, è uno dei patriarchi biblici, il personaggio più longevo dell’opera biblica vissuto 969 anni. La sceneggiatura, di cui si occuperà lo stesso Boyle, ha il suo fulcro in un uomo, ultracentenario, che approfitta della persistenza vitale per affinare abilità e conoscenza. Il protagonista, come detto, sarà Michael B. Jordan (“Black Panther”) e le riprese dovrebbero iniziare il prima possibile in quanto la Warner sarebbe intenzionata a farne un nuovo universo cinematografico.
Il progetto inizialmente affidato a Jon Watts (“Spiderman-Far frome home”), vista l’originalità e il regista di pregio, certo fanno ben sperare in un prodotto di qualità. Nella speranza che la casa di produzione si dedichi ad un franchise dal tocco più autoriale che commerciale per una qualità di massa.
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