Dante Alighieri, le tre poesie da conoscere assolutamente

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Di Redazione Metropolitan

Il sommo poeta Dante Alighieri, morto nella serata tra il 13 e il 14 settembre, scrisse numerose opere, tra cui alcune delle poesie più belle della letteratura italiana. Ecco le tre poesie, i sonetti che devi assolutamente conoscere di Dante.

Queste poesie sono state prese in prestito dalla bellissima opera giovanile chiamata ”Vita Nova”. Dante scrisse questa antologia di poesie intorno al 1292 e il 1295. I critici e gli studiosi di letteratura e filologia ci dicono che questa fu la prima opera di Dante, nella quale il poeta ci racconta il suo amore per Beatrice.

Le tre poesie che devi conoscere assolutamente

Una dei sonetti più belli, si trova nel XX capitolo della Vita Nova.

Amore e ‘l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l’un senza l’altro osa
com’alma razional sanza ragione.

Falli natura quand’è amorosa,
Amor per sire e ‘l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.

Bieltate appare in saggia donna poi,
che piace a li occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;

e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d’Amore.
E simil face in donna omo valente.

Dante in questa poesia ci parla d’Amore. Con questa poesia il poeta ci fa ragionare sulla differenza tra la facoltà di amare propria dell’essere umano e quella di possedere un cuore gentile, nobile. Il cuore nobile ha la capacita sia di provare che di suscitare sentimenti amorosi. Procede poi con identificare le virtù della donna stilnovista, la famosa donna ”angelo”, una donna che non è più una figura terrena. In conclusione ci dice che lo strumento della comunicazione dei due amanti saranno gli occhi, fondamentali nella concezione dell’amore stilnovistica.

A ciascun’alma presa e gentil core

A ciascun’alma presa e gentil core
nel cui cospetto ven lo dir presente,
in ciò che mi rescrivan suo parvente,
salute in lor segnor, cioè Amore.

Già eran quasi che atterzate l’ore
del tempo che onne stella n’è lucente,
quando m’apparve Amor subitamente,
cui essenza membrar mi dà orrore.

Allegro mi sembrava Amor tenendo
meo core in mano, e ne le braccia avea
madonna involta in un drappo dormendo.

Poi la svegliava, e d’esto core ardendo
lei paventosa umilmente pascea:
appresso gir lo ne vedea piangendo.

La penna di Dante, in questa poesia, si fa più amara. Siamo nelle prime pagine della Vita Nova e Dante ci racconta un suo incubo. Amore è ancora il protagonista, tiene in braccio Beatrice addormentata avvolta in un drappo sanguigno. Amore in mano ha anche il cuore del poeta e dopo aver svegliato la donna, le fa mangiare il cuore. A questo punto Beatrice e Amore volano insieme verso il cielo, Dante non può far altro che piangere.

L’ultima poesia che non potete non conoscere è il famosissimo sonetto:

Tanto gentile e tanto onesta pare

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

Una vera e propria lode alla donna amata: Beatrice.

Federica Tocco

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