Nato a Londra il 12 maggio 1828, Dante Gabriel Rossetti fu figlio e nipote d’arte: il padre, l’esule italiano Gabriele Rossetti, era librettista di teatro e curatore del museo di Napoli; la madre Frances era sorella dello scrittore John William Polidori, a sua volta amico di Lord Byron e Mary Shelley, autore del libro Il vampiro.

La passione per la letteratura nacque fin da subito, e lo spinse sia a divorare interi tomi di libri sia a scrivere già in tenera età. Grazie al padre acquisì anche la passione per la letteratura italiana, in particolare Dante Alighieri, mentre approfondì la pittura entrando al King’s College prima e alla Royal Academy poi, dove conobbe, tra gli altri, John Everett Millais.

L’amore per Elizabeth Siddal…

Nel 1850 avvenne l’incontro che gli cambiò la vita: quello con Elizabeth Siddal, modella, musa e moglie del pittore, che si prestò a moltissimi dei suoi quadri. Grazie ai capelli rossi, infatti, la donna incarnava la perfetta bellezza rinascimentale che i preraffaelliti ricercavano nei propri quadri. Dante Gabriel Rossetti la ritrasse spesso nelle vesti dantesche di Beatrice Portinari, ma anche in quelle bibliche di Lilith, considerata la prima vampira della storia.

Elizabeth Siddal ritratta dal marito in "Beata Beatrix" © paviafree.it
Elizabeth Siddal ritratta dal marito in “Beata Beatrix” © paviafree.it

Un amore così intenso che, però, ebbe vita breve: sposatisi nel 1860, Elizabeth, dipendente dal laudano, morì nel 1862 per una dose letale, che si scoprì molti anni dopo aver assunto volontariamente. Fu proprio il marito a occultare la lettera di suicidio.

… e quello per la pittura

Lo stile pittorico di Dante Gabriel Rossetti non è collocabile soltanto tra i preraffaelliti, anche perché si discostò presto da questa corrente. All’imitazione della natura preferì infatti lavorare di fantasia su soggetti più avventurosi; questo ardore cominciò a decadere con la morte della moglie, facendo posto alla disperazione.

"Lady Lilith" © viaggiolddream.it
“Lady Lilith” © viaggiolddream.it

In questa frase della sua produzione artistica si specializzò nei ritratti di donne a mezzo busto e “sostituì” la moglie con Jane Morris, essendo stati per un periodo amanti. Lei, come altre delle modelle che utilizzò (l’ultima Fanny Cornforth, amante e domestica), erano alte come Elizabeth e ricordavano molto la sua bellezza rinascimentale. Potremmo dire che non la dimenticò mai e che la rese per sempre viva anche dopo la morte.

Dante Gabriel Rossetti, ormai impazzito, tentò dapprima il suicidio con lo stesso laudano che uccise la moglie; salvato in extremis, morì vent’anni dopo la moglie, il 10 aprile 1882, per una forma di paralisi.

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Crediti fotografici: thetimes.co.uk, paviafree.it, viaggiolddream.it

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