Dantedì, canto 17 del Purgatorio e gli esempi di ira punita

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Di Redazione Metropolitan

Ci troviamo nel canto 17 del Purgatorio. Dante e Virgilio, sono usciti dalla terza cornice. Sul loro cammino incontreranno vari esempi di ira punita. Inoltre gli apparirà l’angelo della mansuetudine. Infine Virgilio, spiegherà la struttura morale del Purgatorio. I due poeti, si lasciano alle spalle la fitta nebbia ed il fumo della passata cornice. Ora riescono ad intravedere i raggi del sole. Così la mente di Dante, è presa da un vortice d’immaginazione. Rendendo il poeta fiorentino, indifferente agli stimoli esterni, ma soggetto solo all’intelletto ed alla sua fantasia.

Il torpore di Dante, perso nei meandri della sua immaginazione, si interrompe bruscamente. Come quando si viene risvegliati da un profondo sonno. La causa? Un accecante fascio di luce. La volontà del poeta è quella di guardare questa luce piena, cosa impossibile all’occhio umano. Come fissare incessantemente il sole. Così Virgilio, spiega a Dante che si trovano davanti all’angelo della mansuetudine. L’angelo esorta i due poeti a salire il sentiero, prima che giunga la notte. I due avventori, si mettono in cammino, quando iniziano a sentire il vento che soffia sul viso di Dante ed una voce che dice:”Beati i pacifici”.

L’ordinamento morale del Purgatorio

canto 17 purgatorio- credits: ravennanotizie.it
credits: ravennanotizie.it

Nel canto 17 del Purgatorio, Virgilio, riferisce a Dante una lunga riflessione sull’ordinamento morale delle cornici, che stanno attraversando. Inizia con la constatazione che ogni creatura prova amore. L’amore a sua volta si distingue in naturale e d’elezione. Quello naturale è sempre giusto. Fino a quando l’amore è diretto verso Dio e in maniera moderata verso i beni terreni, l’uomo non incappa mai nell’errore. A differenza dell’amore d’elezione, mosso magari da vigore eccessivo e rivolto a beni sbagliati. Questo sentimento non solo conduce l’uomo verso lo sbaglio, ma soprattuto verso il peccato.

Così Dante, dopo le parole di Virgilio, riflette sull’amore. Un sentimento forte, tanto da condizionare l’animo umano. E le strade a cui conduce sono principalmente due: verso le virtù, se è un amore moderato e rivolto a Dio; oppure verso la perdizione ed il peccato, se rivolto ad oggetti sbagliati e beni terreni. Per questo Virgilio spiega a Dante, che il male che viene auspicato al prossimo, si manifesta in tre peccati: superbia, ira e invidia. Peccati che i dannati stanno scontando nelle cornici sottostanti.

a cura di Chiara Bonacquisti

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