Per la consueta rubrica Dantedì, oggi affrontiamo il canto 26 del Purgatorio. Dante e Virgilio, sono ancora nella VII cornice. Qui incontrano due schiere di dannati: sono i lussuriosi. Coloro che hanno peccato in vita, scegliendo gli istinti carnali ed abbandonando completamente, la ragione celeste. Da subito, la vista di Dante, suscita estrema curiosità nelle anime dannate. Come è possibile che un uomo, come il poeta fiorentino, ancora vivo possa aggirarsi nei meandri dell‘Oltretomba?
Prima di rispondere a questo dilemma, Dante osserva il pellegrinare delle anime lussuriose. Che tra le fiamme, si aggirano in due schiere. Marciano in senso opposto, si baciano di continuo come le formiche, senza staccarsi. E prima si allontanarsi, urlano “Sodoma e Gomorra“, ricordando il peccato di Pasifae. Così Dante, spiega alle anime, che è in cammino verso la beatitudine e la grazia del Paradiso, dove lo aspetta una donna celestiale, Beatrice. Il tutto da vivo ed esorta i dannati a dichiarargli i loro nomi, in modo che una volta tornato sulla Terra, possa ricordarli uno ad uno, nelle sue preghiere.
Incontro con l’anima di Guido Guinizelli
Una delle anime lussuriose, si palesa: è il poeta Guido Guinizelli. E quando Dante, lo riconosce, ha quasi l’istinto di buttarsi tra le fiamme per abbracciarlo. Viene considerato dal poeta fiorentino, come il maestro suo e di tutti i poeti migliori, che cantano l’amore. Guido Guinizelli, si trova penitente nel Purgatorio, per esserci pentito della sua lussuria, in punto di morte. Prima di sparire nelle fiamme, Guinizelli, indica a Dante un altro eccellente poeta del volgare, poco stimato ed apprezzato sulla terra. Si tratta di Arnaut Daniel. Che esorta Dante, a ricordarsi di lui, nelle preghiere in Paradiso. Prima di congedarsi, tra le fiamme del peccato.
a cura di Chiara Bonacquisti
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