Oggi, 8 aprile 2020, in occasione del Dantedì, noi di Metropolitan Magazine abbiamo intervistato Stefano Palmitessa: regista, esponente romano di quella tendenza del teatro contemporaneo volta, in modo particolare, alla ricerca e all’estetica visuale, è organizzatore e Direttore Artistico dell’Accademia Italiana di Musica Contemporanea; Stefano ha svolto, inoltre, un’ampia opera di diffusione degli idiomi del teatro d’avanguardia europeo attraverso la promozione di festival, rassegne, registrazioni radiofoniche e televisive (Rai3 Programmi dell’Accesso) e manifestazioni in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna, del Messico, l’Istituto Austriaco di Cultura di Roma e l’istituto Polacco di Roma.

Stefano Palmitessa, restare a casa con Dante

Fra le svariate iniziative digitali sorte in occasione dei mercoledì dedicati a Dante, anche Stefano ne indice una: in particolar modo si tratta dei Volontari del Club di Territorio di Roma del Touring Club Italiano, che hanno deciso di celebrare questa occasione con un nuovo video su Dante, con testi di Massimo Marzano e brani e versi recitati da Stefano Palmitessa. In particolar modo, il focus sarà sul tema dell’esilio.

Stefano Palmitessa - Foto da : lettoreungransognatore.it
Stefano Palmitessa – Foto da : lettoreungransognatore.it

Si è infatti molto dibattuto a riguardo, per cercare di inquadrare storicamente la vicenda di Dante e il suo smarrimento nella selva oscura. In base ai dati che sono stati raccolti dagli studiosi, è stato possibile dedurre che lo smarrimento di Dante nella “selva oscura” ebbe luogo il 25 marzo 1300. Tuttavia, si è poi ipotizzato che potesse aver avuto luogo invece il Venerdì Santo, che nel 1300 cadde proprio l’8 aprile. Vediamo perchè.

Stefano Palmitessa: l’esilio di primavera

MM : Stefano, è stato recentemente istituito il DanteDì, alle soglie della primavera; e, guarda caso, si dice che il viaggio del Sommo Poeta fosse iniziato proprio a Primavera. Come mai questa scelta? Vorrei anche domandarti – domanda banale, ma che è stata posta a numerosi artisti e studiosi- perchè leggere Dante, oggi? E, se posso permettermi di aggiungere una domanda nella domanda: perchè leggerlo durante questo periodo di corona virus.

S.P. : Se non ti dispiace fonderei le due domande in un’unica risposta. Come Volontari del Club di Territorio di Roma del Touring Club Italiano, avevamo deciso di celebrare Dante Alighieri con una conferenza al Punto TCI a Piazza S.S. Apostoli. Ma in seguito al precipitare degli eventi per il contagio provocato dal COVID 19, abbiamo pensato di continuare il progetto in forma diversa: creando del materiale audio e dei video, per dimostrare che la mente e lo spirito non possono essere bloccati o cancellati e per lanciare un concreto segnale di fiducia per il futuro. Le tematiche trattate sono state nel primo video: IL MESSAGGIO DI DANTE con la recitazione del Canto XXVI dell’Inferno, “Ulisse” e il brano di Primo Levi, da “Se questo è un uomo”, Il Canto di Ulisse; nel secondo, invece,: “L’INIZIO DEL VIAGGIO DI UN ESULE con la recitazione di un brano del Convivio e di un passo di un’intervista a Moni Ovadia e il Canto I dell’Inferno. A proposito della scelta della Primavera:

Nel Canto I dell’Inferno, v.v. 37-40 Dante scrive: 

Temp’era dal principio del mattino,
e ’l sol montava ’n sù con quelle stelle
ch’eran con lui quando l’amor divino                   
mosse di prima quelle cose belle;

Dantedì - Stefano Palmitessa - Foto dal web
Dantedì – Stefano Palmitessa – Foto dal web

Le tre fiere

Dante precisa le circostanze dell’apparire della lonza, la prima delle tre fiere della selva oscura: sono le prime ore del mattino ed, afferma il poeta, secondo le credenze medievali, il sole sta sorgendo nella costellazione dell’Ariete, nella quale si trovava quando avvenne la creazione del mondo. Il viaggio di Dante è quindi da collocare nel tempo dell’equinozio di primavera, quando il sole sorge e tramonta alla stessa ora in tutti i luoghi della terra e  segna il momento climatico della rinascita della natura.

Medioevo: ab nativitade e ab incarnatione

Nel Medioevo non era consuetudine iniziare a contare i giorni dell’anno dal primo giorno di gennaio.
I documenti notarili tramandano diversi criteri di datazione, di cui i più comuni sono la datazione “ab nativitade”, cioè a partire dal 25 dicembre, e la datazione “ab incarnatione” cioè a partire dal 25 marzo.Il comune fiorentino, fra XIII e XIV secolo,  preferiva questo secondo parametro.
In base ai dati ora esposti è possibile dedurre che lo smarrimento di Dante nella “selva oscura” ebbe luogo il 25 marzo 1300, che a Firenze, era anche il primo giorno del nuovo anno e del nuovo secolo. Lo stesso passo dell’Inferno, tuttavia, potrebbe suffragare l’ipotesi che Dante intendesse riferirsi, facendo coincidere la data dell’inizio del viaggio con il giorno della morte di Cristo, non al tradizionale 25 marzo, ma al Venerdì Santo, che nel 1300, cadde l’8 aprile. L’anno è il 1300, nel quale Bonifacio VIII aveva indetto il primo Giubileo.

Stefano Palmitessa, Dante nel quotidiano

MM : In che modo Dante è nella nostra vita, nel nostro quotidiano?

S.P. : Questa iniziativa è stata un tentativo di riuscire a farlo comprendere, a farlo amare a farlo apprezzare e , mentre ci ha sussurrato dolci o sferzanti parole,  possiamo aver provato a acquisire una maggiore fiducia nel futuro per trovare stimoli più forti,  per affrontare e per superare le avversità, soprattutto in un momento così problematico. Speriamo di esserci riusciti e di aver raggiunto il nostro scopo.

MM : Stefano, qual è il suo personale “rapporto” con Dante?

Dal medioevo, da quando i trovatori provenzali per primi avevano intonato  la melodia del desiderio inappagato abbiamo assistito a un crescendo sempre più intenso del canto d’amore ma solo Dante Alighieri riuscì a rendere il suono così puro… io sono musicista!