David Roscoe, 68 anni, è un simpatico signore che vive ad Arcegno, nel Locarnese. La morte della regina Elisabetta lo ha colpito profondamente. Il motivo è presto detto: è stata la sua prima datrice di lavoro. «Avevo solo 16 anni quando entrai a Buckingham Palace. Come cameriere. Mi candidai spontaneamente. Con una lettera scritta di mio pugno. Ricordo ancora lo stupore di mia madre. Non poteva credere che mi avevano davvero assunto».
David Roscoe, chi era il maggiordomo della Regina Elisabetta
Negli anni ’70 David Roscoe ha lavorato a Buckingham Palace, la residenza ufficiale della Regina Elisabetta. Si occupava di servire il cibo, aprire le porte e molto altro
Quando aveva 16 anni e studiava all’alberghiero decise di farsi avanti e scrivere una lettera, su suggerimento di un insegnante. «I miei compagni mi dicevano ‘sei pazzo, nessuno ti risponderà’, ma io ho spedito comunque la lettera. Dopo tre giorni è arrivata la risposta: mi dicevano che ero coraggioso», ha detto ai microfoni dell’emittente di Comano.
E da lì ebbe inizio la sua avventura nella reggia dei reali inglesi. David ha lavorato a Buckingham Palace nel 1971 e nel 1972. Di quell’esperienza conserva un bel ricordo
Ma l’anedotto più curioso è quello legato ai cani della Regina. David li stava portando a spasso, quando improvvisamente vedono la Regina Madre e le corrono incontro, saltandole addosso per farle festa, ma la fanno cadere nella neve. «Panico! Noi non siamo autorizzati a toccare un membro della famiglia reale. Ma mi dico: al diavolo il protocollo, devo aiutarla. Così l’ho tirata su e le chiedo se sta bene, senza nemmeno usare i modi formali nel rivolgermi a lei. E lei mi risponde semplicemente: ‘Sì, sto bene!’. Sospiro di sollievo», racconta sorridendo davanti alle telecamere della RSI.
David, che per lavoro girerà il mondo, resterà al servizio della sovrana britannica per due anni. «Non li scorderò mai. Non potevamo nemmeno sfiorarla la regina. Però era davvero elegante. Una persona gentile, affascinante. Una volta portò me e i miei colleghi in Asia per un viaggio di due mesi. Ero emozionatissimo. Fu la prima volta che volai. Pensate che in seguito ho fatto anche lo steward».
«Perché, anche se si tratta di una storia vecchia, lavorare per la regina Elisabetta non è mica da tutti. Per me è stato un doppio onore. Anche perché mia madre, come la maggior parte degli inglesi, stravedeva per la regina. Seguiva ogni vicenda di Buckingham Palace. Ricordo quegli anni con grande tenerezza e mi viene in mente quando la madre della regina, un giorno d’inverno, cadde in giardino. Io non sapevo cosa fare. Ci era stato detto che i reali non si potevano toccare. Ma di fronte alla caduta di una signora c’era poco da essere formali. Mi avvicinai e le tesi la mano».