
Il 6 marzo 2013 David Rossi, capo della comunicazione di Mps, fu trovato cadavere sulla strada sottostate il suo ufficio presso Rocca Salimbeni.
Era il 6 marzo 2013 quando David Rossi, responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, fu trovato morto nella strada sottostante un ufficio della sede dell’istituto a Rocca Salimbeni. Il manager era stato perquisito dieci giorni prima nell’ambito dell’inchiesta sul Monte, ma non era indagato. Per gli inquirenti si è trattato di un suicidio, ma le misteriose circostanze della sua morte continuano a far discutere e ad alimentare altre ipotesi sulla sua tragica fine.
David Rossi era nato a Siena, nella contrada della Lupa, il 2 giugno 1961. Laureato in Lettere moderne con indirizzo artistico (storia dell’architettura) e giornalista professionista, dal 2006 era responsabile dell’Area comunicazione del gruppo Mps. Aveva strettissimi rapporti, anche personali, con Giuseppe Mussari: il loro sodalizio risaliva al 2001, quando l’ex presidente di Mps e Abi era a capo della Fondazione, azionista di riferimento con il 34,9% del capitale della banca, e Rossi era il responsabile della comunicazione dell’ente. Rossi aveva gestito tra l’altro le campagne pubblicitarie della banca, in particolare la serie di spot “Una storia italiana” diretti dal regista premio Oscar Giuseppe Tornatore.
Nulla aveva lasciato presagire un così drammatico epilogo per David Rossi: ai colleghi che lo avevano contattato anche negli ultimi giorni prima della sua morte per avere notizie sull’istituto di credito aveva risposto con la cordialità di sempre. Sposato e con due figli, il manager era molto conosciuto a Siena. Al suo impegno di dirigente della banca univa quello di vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te e di membro del cda di Vernice progetti culturali.
Stando quanto si è appreso dopo la tragica vicenda, gli investigatori avrebbero trovato un foglietto accartocciato nel cestino dell’ufficio con su scritto: “Ho fatto una cavolata”. “Secondo me non esiste niente dopo la morte”, aveva scritto David Rossi su Twitter il 14 aprile 2012. E 54 giorni prima di quel terribile volo: “Buon anno. Comunque”.
“David Rossi non si è suicidato”. Questo è quanto emerge da un nuova testimonianza sul caso dell’ex manager di Mps, trovato senza vita al suolo, dopo un volo dalla finestra. Il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena era precipitato da una finestra di Rocca Salimbeni il 6 marzo del 2013. Le nuove rivelazioni sulla morte del manager del Monte dei Paschi potrebbero portare alla riapertura di una nuova inchiesta per omicidio. Sarebbe la terza: “Lo ha ucciso un uomo albanese che vive a Milano insieme a due complici”, riferisce un testimone.
“David Rossi ucciso da un albanese”
I dettagli forniti dal testimone sono chiari e tengono viva – si legge sul Fatto Quotidiano – l’ipotesi che si possa trattare di omicidio Il movente potrebbe essere la partecipazione a dei festini gay, che dovevano restare segreti. Un gigolò nei giorni scorsi aveva dichiarato di aver riconosciuto ad uno di questi party hard un carabiniere e due magistrati.
A dicembre, dopo due anni di indagini, la procura di Genova ha chiesto l’archiviazione per l’indagine per abuso d’ufficio nata dopo le dichiarazioni rilasciate dall’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini alla trasmissione Le Iene. L’ex primo cittadino aveva detto di aver saputo di ‘festini’ ai quali avrebbero partecipato importanti personaggi della magistratura e della politica. Aveva ipotizzato che l’inchiesta sulla morte di Rossi fosse naufragata per questo. Dopo la trasmissione di Mediaset, i pm senesi avevano presentato querela per diffamazione per le dichiarazioni di Piccini. Il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e il sostituto Cristina Camaiori avevano interrogato come persona informata dei fatti l’escort che avrebbe partecipato agli incontri a sfondo sessuale.
La testimone incappucciata delle Iene condannata per diffamazione
Nelle indagini sulla morte di David Rossi, pur “caratterizzate da alcune carenze”, non si riscontrano “gli elementi costitutivi del reato” di abuso d’ufficio, “né, tanto meno, il dolo intenzionale” richiesto dal codice. Per il giudice per le indagini preliminari di Genova- Lo scrive il giudice per le indagini preliminari di Genova, Franca Borzone, motivando la decisione riguardo al procedimento per abuso d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione aperto dopo le rivelazioni alle ‘Iene’ dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini che “aveva riferito di una storia parallela, mai emersa”, in cui erano coinvolti vari soggetti, compresi “i magistrati senesi”, che avevano partecipato a “festini a base di sesso e cocaina”
Intanto, Giovanna Ricci, una delle testimoni “incappucciate” de Le Iene nel caso David Rossi è stata condannata per diffamazione aggravata. Lo rivela la Gazzetta di Siena. Infatti, il tribunale di Siena con sentenza depositata il 5 febbraio scorso, ha stabilito un risarcimento danni quantificato in 11mila euro. Oltre spese legali ed accessori, per le dichiarazioni nei confronti dell’imprenditore Antonio Degortes e di altri soggetti. Frasi gravemente diffamatorie rese sul profilo Facebook.