Dopo la Cina, anche l’Europa si trova coinvolta dal presidente americano Donald Trump in una potenziale guerra di dazi. Le esportazioni italiane rischiano una perdita di 3 miliardi

Uno dei punti forti della campagna elettorale di Donald Trump nel 2016 era la volontà di applicare sempre maggiori dazi sui prodotti importati. Molti lo etichettarono come pura propaganda, dato che attuarlo avrebbe significato sconvolgere un sistema privo di dazi ormai molto radicato nel mondo occidentale.

E invece il presidente americano ci sta provando sul serio: alla Cina (che non ha esitato a controbattere) ha imposto pesanti tasse sull’esportazione dell’acciaio e dell’alluminio; ora ci prova con l’Europa. Ma attraverso una via più sottile: da 15 anni Usa e Ue hanno un contenzioso aperto sui sussidi statali concessi rispettivamente a Boeing ed Airbus. La World Trade Organization ha stabilito che questo tipo di aiuto sia illegale, ed aveva obbligato l’Ue ad eliminarli, cosa avvenuta solo in parte. Per questo motivo Trump ha presentato alla Wto una richiesta di permesso per imporre dazi fino ad 11 miliardi sui prodotti europei.

Dall’altra parte anche gli Stati Uniti sono stati oggetto della medesima accusa da parte dell’Ue, e anche in questo caso la Wto ha confermato l’accusa. La cifra dichiarata però è decisamente inferiore (325 milioni di dollari) e l’ammontare delle tariffe che l’Europa potrà applicare sarà rivelata solo nell’anno nuovo.

Conseguenze sull’Ue e l’Italia

In attesa della sentenza della Wto, a Bruxelles si preparano ad incassare un duro colpo: la cifra prevista è di 7 miliardi. Una cifra talmente alta che potrebbe avere gravi conseguenze sulle esportazioni non solo dell’industria aeronautica, ma anche sull’agroalimentare.
Se Regno Unito e Germania sarebbero le più colpite nel primo settore, Francia e Italia pagherebbero molto di più secondo, dove hanno molti prodotti Dop. In particolare i prodotti italiani penalizzati sarebbero i vini, i formaggi.Ed entrambe hanno negli Usa il principale mercato di destinazione delle esportazioni.
L’emergenza è tale che il Presidente di turno dell’Ue Antti Rinne ha convocato per domani una colazione di lavoro con i ministri del Commercio estero di tutti gli Stati membri per discutere della condotta da adottare