Gli oppositori al Ddl Zan sembrano non finire mai come sembra non arrivare mai il momento della sua approvazione. Il Ddl Zan, di cui ormai ne conosciamo ogni angolo, serve a inserire nel codice penale le discriminazioni e le violenze basate sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, e a cui si aggiungono anche le discriminazioni sulle disabilità, razzismo, odio etnico e religioso. In pratica, si andrebbe ad aggiungere all’articolo 604bis e ter del codice penale italiano, introdotto con la legge Mancino.
Secondo il Vaticano, il Ddl Zan va a violare alcuni punti del Concordato
Dopo vare associazioni e vari oppositori politici, centrodestra perlopiù, e il mondo cattolico, ecco arrivare l‘opposizione direttamente dal Vaticano. Dalla Santa Sede sarebbero arrivate direttamente al governo delle richieste per modificare il decreto Zan sull’omobitlesboransfobia.
Secondo lo stato del Vaticano, la legge andrebbe a violare in alcuni punti, l’accordo di revisione del Concordato. E’ la prima volta che la Chiesa, esercitando le facoltà previste dai patti lateranensi, si intromette nell’iter di approvazione di una legge italiana. La nota verbale, è stata consegnata direttamente dal segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, monsignor Paul Richard Gallagher, che si è recato direttamente all’ambasciata italiana presso il Vaticano.
La preoccupazione che assale prepotentemente la Santa Sede sono che il Ddl Zan vada a ridurre la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato, ovvero quelli che permettono alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale” e ai cattolici “la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Dopo l’arrivo della nota all’Ambasciata italiana, il Corriere riporta che questa sarebbe stata consegnata dai consiglieri dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede al Gabinetto del ministero degli Esteri di Luigi Di Maio e all’Ufficio relazioni con il Parlamento della Farnesina. E ora si attende che venga portata all’attenzione del premier Mario Draghi e del Parlamento.
Vedremo nei prossimi giorni quali saranno i risvolti del caso.