Ddl Zan, il rispolvero elettorale e il caso piemontese

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Di Stefano Delle Cave

La questione del Ddl Zan ha segnato le coscienze politiche dell’ultimo anno e continua ad essere all‘ordine del giorno nonostante sia rimasto arenato in Senato. In quest’ultima campagna elettorale infatti il PD sta cavalcando ancora l’onda della difesa dei diritti civili per far approvare questo decreto in caso di vittoria elettorale. Anche Il M5S nonostante i tentennamenti inziali si aprendo ai diritti Lgbt mentre la destra continua a perorare la sua battaglia contro l’identità di genere. Un piccolo passo verso una legge sui diritti civili Lgbt è rappresentato dall’ordinanza del sindaco di Brovello Campugnino che prevede il divieto sul tutto territorio comunale di propaganda razzista sull’orientamento di genere e sull’identità sessuale

Il Ddl Zan e i partiti politici

Ddl Zan, fonte retedeglistudenti.lazio.it

“Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. È il titolo completo del Ddl Zan, una proposta di legge lanciata dall’omonimo deputato Lgbt del PD che ha diviso la politica italiana. Una proposta mai approvata e bloccata in senato rispolverata in piena campagna elettorale. Per la sinistra infatti i diritti civili Lgbt e la lotta contro l’omofobia e la transfobia sono un vero e proprio cavallo di battaglia. Anzi tuttora il Pd ha previsto l’approvazione del Ddl Zan come uno dei punti importanti del suo programma elettorale

Il M5S è stato, come hanno dimostratto i vecchi tentennamenti di Conte, piuttosto ambiguo in materia ma ora sembra esserci un’apertura ed un’accelerata magari per conquistare qualche voto dagli scontenti della sinistra. La destra invece continua la sua battaglia contro l‘identità di genere che aveva già bloccato il Ddl Zan in senato lo scorso ottobre. La Meloni infatti si è detta pronta a difendere la maternità tradizionale e a garantire il corretto funzionamento della legge 194. Una vera e propria diatriba mentre in Italia manca, a differenza della maggior parte di Europa una legge per l’identità di genere e per il contrasto alla relativa discriminazione.

Il caso piemontese

E’ fatto divieto, su tutto il territorio comunale, comprese piattaforme online e profili attinenti al territorio, di avviare azioni di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”. È il testo della nuova ordinanza del sindaco di Brovello Campugnino Davide Inzaghi dopo una lettera inviata dal partito GayLgbt+ .

Poi la delibera comunale e l’approvazione di una norma nuova per il regolamento della polizia municipale di questo piccolo comune del Verbano Cussio Ossola che prevede una multa di 500 euro per i trasgressori. Il secondo comune di quel territorio che approva un provvedimento simile dopo Madonna del Sasso in cui in seguito alla delibera comunale erano anche apparse diverse scritte omofobe. Sono due casi questi che dimostrano un piccolo passo in avanti verso l’accettazione di una norma ancora dibattuta come il Ddl Zan.

Stefano Delle Cave

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