Demolita anche la SPAL: dove può arrivare questo Milan?

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

FERRARA – Il secondo anticipo della 24esima di Serie A, ci ha regalato un match visto più come un crocevia per le due compagini di scena al Paolo Mazza. La SPAL, infatti, viene da cinque turni in cui sono stati raccolti solo tre pareggi (contro Torino, Udinese ed Inter); un Milan in cerca di conferme, invece, viene da cinque turni in cui si sono ritrovati punti pesanti e un principio di gioco che ha permesso ai rossoneri di rimanere imbattuti in seguito alla sconfitta casalinga contro l’Atalanta.

IL TABELLINO – Spal (4-2-3-1): Meret; Simic, Salamon, Felipe, Lazzari; Kurtic, Viviani; Grassi (62′ Schiattarella), Mattiello (84′ Mattiello), Everton Luiz (55′ Paloschi); Antenucci.
Milan (4-3-3): Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié (84′ Borini), Biglia (75′ Montolivo), Bonaventura; Suso, Cutrone (77′ Andre Silva), Calhanoglu.

Il primo tempo, seppur disputato ad alti ritmi, ha visto poche occasioni createsi quasi tutte sugli sviluppi di calcio da fermo. Ed è proprio al 2′ che gli estensi subiscono il 15esimo goal su questo tipo di azione: dalla bandierina di destra Suso crossa un pallone su cui Romagnoli ha tutto il tempo e lo spazio di colpire di testa indisturbato: nell’occasione è bravo Meret a neutralizzare il tiro, ma nulla può sul tap-in ravvicinato di Patrick Cutrone. La SPAL prova subito a reagire schiacciando il Milan nella propria metà campo, pressione dalla quale nascono una serie di corner che, però, non sortiscono gli effetti sperati. Al 22′ un brivido corre lungo la schiena di Donnarumma: Salamon svetta su un calcio d’angolo battuto da Viviani; il difensore prolunga sul secondo palo dove Antenucci non ci arriva per un niente. Il Milan, appena ha lo spazio per rifiatare, prova a colpire: su una ripartenza, Hakan Calhanoglu prova una botta dai 20 metri che termina di poco a lato alla sinistra di Meret. A chiudere la partita ci prova anche Bonaventura con un destro schiacciato troppo che il portiere casalingo devia sopra la traversa al 35′. Il più vicino alla rete, però, è Viviani che fa tremare il Milan colpendo il palo su punizione allo scadere della prima frazione.

Il secondo tempo è tutto di marca rossonera. Il Milan non concede spazi ed attacca in maniera forsennata, provando più volte, nei primi minuti, a sfruttare il punto debole dei biancazzurri, il calcio da fermo. In particolare, i traversoni di Suso, diventano una vera e propria spina nel fianco per Mattiello & co. Al 65′ è proprio lo spagnolo ad imbeccare Cutrone, con un cross che attraversa tutta l’area di rigore: il centravanti classe ’98 si avventa su quel pallone e, in due tempi, riesce ad insaccare chiudendo virtualmente il match. Virtualmente perché, in maniera molto timida, Antenucci prova timidamente a mettersi in proprio scatenando l’ira del neo entrato Paloschi. Episodio che passa in secondo piano quando, al 70′, Meret fa ripartire Viviani al limite dell’area; il regista estense non si accorge della sua controparte rossonera, Biglia, che gli ruba un sanguinoso pallone per poi piazzarlo alle spalle di un Meret fuori posizione nella circostanza. Al 45′, dopo la prima rete di Biglia in maglia rossonera, c’è anche quella di Fabio Borini: l’esterno riceve sulla sinistra un pallone che, appena entrato in area, scarica sotto l’incrocio del secondo palo.

Quello della 24esima giornata è un match che per il Milan rappresenta, forse, a pieno il momento che si sta vivendo dalle parti del capoluogo lombardo: una squadra solida che ha saputo aspettare i tanto criticati uomini mercato (quali Calhanoglu, Bonucci e Kessie, per citarne alcuni) e che trova il goal con grandi giocate individuali e buone geometrie. Certo, può preoccupare un qualche scricchiolio sporadico, ma è un difetto perdonabile ad una squadra in un così esponenziale crescita. Da lodare la scommessa vinta dalla società che, in estate, ha deciso di puntare su Cutrone anche se, di contro, potrebbe essere mossa una critica sulla marea di soldi spesi in estate nel ricercare la punta titolare: spesso i migliori tesori sono nascosti sotto casa. Dall’altra parte, invece, troviamo una SPAL che è lontana parente di quella che apprezzavamo ad inizio stagione. E la panchina di Semplici comincia a tremare con gli spettri di Francesco Guidolin e Gianni De Biasi che aleggiano intorno ad essa…

Nicola Gigante